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Albana di Romagna

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Albana di Romagna è prodotto dall’omonimo vitigno, coltivato nelle colline delle province di Forlì-Cesena, Ravenna, Bologna, questo vino dal colore dorato trova i suoi punti di forza in una struttura e in una morbidezza perfettamente bilanciate dalla freschezza e dai tannini, presenza davvero rara in un vino bianco.  L’Albana sa essere dolce quando vuole, ma anche intensa, generosa ed avvolgente quando è necessario. Una combinazione tutta romagnola di personalità, morbidezza e passione, che ha valso a questo vino, primo tra i bianchi in Italia, la Denominazione di Origine Controllata e Garantita nel 1987.

Il nome di questo vino deriva da ‘albus’, termine latino per ‘bianco’, ci riporta a un’epoca romana in cui questa veniva considerata la migliore delle uve a bacca bianca. Naturalmente non mancano altre ipotesi, che ne legano il nome ai Colli Albani, da cui provenivano i Legionari colonizzatori della Romagna o che paragonano il colore di quest’uva ai capelli biondi della figlia dell’imperatore Teodosio Galla Placidia. Ad associare l’Albana alla principessa bizantina è anche una leggenda, secondo cui la giovane, assaggiando questo vino in una ciotola di terracotta, avrebbe esclamato “Non così umilmente ti si dovrebbe bere, bensì berti in oro, per rendere omaggio alla tua soavità”. Da allora, si dice, alla corte di Ravenna si bevve Albana in preziosissime coppe dorate e che il paese dove la principessa si fermò il nome di “Bertinoro”, che ancora oggi conserva.

L’Albana è il vino bianco per eccellenza in Romagna,è un vino singolare, dalle caratteristiche che raramente si ritrovano nei bianchi.

Al naso offre marcati sentori di frutta gialla come pesca, albicocche, susine, buccia di agrumi, fichi, a cui si affiancano profumi sontuosi di ginestra, miele e fiori di pesco. Acacia, nocciole e sottofondo minerale nei casi più fortunati.

Il bouquet è mediamente intenso, mai esplosivo, ma il discorso cambia quando si passa all’assaggio. L’Albana ha una struttura possente, buona sapidità e tannini vivaci, il tutto avvolto da una rotondità che mantiene il vino vibrante. La freschezza c’è, ma non è la sua caratteristica principale.

Si potrebbe dire che è un rosso travestito da bianco, esso va servito in calici a tulipano, ad un temperatura di 10-12°C  i per i vini più complessi, corposi e maturi. Se il vino è giovane ricade nell’intervallo tra 8-10°C.

Questo vino si può facilmente abbinare con antipasti di pesce ad esempio il carpaccio di polipo, ma anche con le crescentine, un prodotto tipicamente romagnolo; da provare però anche con coniglio alle cipolle rosse, l’oca al forno, l’anatra all’arancia, porchetta o lasagne al forno.