finger food selezione

Cocktail party

Alcune preparazioni per il cocktail party fatte dagli studenti della 4F – novembre 2021

Foto di: Iulia Maria Dumitru

Cocktail: Americano e Bloody Mary:

Finger food

Polpettine di tonno, barchette al salmone, cucchiaini al prosciutto, mini sandwich.

Americano

Pre dinner (old fashioned)

  • 3 cl Campari bitter
  • 3 cl vermut rosso
  • soda water o seltz

Preparare direttamente su ghiaccio in un old fashioned. Unire soda water. Decorare con mezza fettina d’arancia e scorza di limone.

L’Americano è un cocktail IBA dal 1986. É un on the rock aperitivo preparato con prodotti tipicamente italiani. É moderatamente alcolico e amarognolo, reso lievemente frizzante dall’aggiunta del seltz che lo diluisce ulteriormente ma che non deve mai eccedere.

Dell’Americano esistono le varianti bianco e dry; l’Americano bianco si prepara con vermut bianco e Biancosarti, mentre il tipo dry si prepara con vermut dry e Amaro Cora. Sempre presenti la rondella d’arancio e il seltz.

Un altro on the rock, simile nella preparazione all’Americano, è il Torino-Milano.

Il Torino-Milano si prepara con l’Amaro Cora al posto del vermut:

1/2 Amaro Cora
1/2 Bitter Campari

Si prepara sul ghiaccio in un old fashioned, si unisce una mezza fettina d’arancia, una scorza di limone, infine, si completa con uno spruzzo di seltz.

Bloody Mary

Long drink (highball)

In un highball, unire gli ingredienti, aggiungere tabasco, sale e pepe, e miscelare. Decorare con sedano e scorza di limone facoltativa.

Il Bloody Mary è un drink di 15 cl. e può essere preparato in diversi modi: senza ghiaccio in un tumbler, con i prodotti già ben freddi; oppure, gli ingredienti, tutti, sono miscelati nel mixing glass, e il cocktail sarà servito nel tumbler o nell’old fashioned con o senza cubetti di ghiaccio. L’I.B.A. (International Bartenders Association), suggerisce altri due metodi, con il primo gli ingredienti sono miscelati nello shaker con il ghiaccio, e il cocktail è servito nel bicchiere indicato con o senza il ghiaccio di miscelazione; il secondo metodo consiste nel versare gli ingredienti sul ghiaccio direttamente nel tumbler medio o old fashioned. La ricetta I.B.A. non prevede alcuna decorazione, ma il gambo di sedano è diventato la guarnizione tradizionale del Bloody Mary.

Per preparare un buon Bloody Mary, consiglio di preparare prima la salsa; quindi prendete un tumbler medio o old fashioned, versate il succo di limone, aggiungete sale, sale di sedano, pepe, worcester (si pronuncia /ˈwʊstə/ e non /uorcester/), tabasco e girate bene per qualche secondo. Ora aggiungete il ghiaccio, il succo di pomodoro e la vodka. Miscelate con un cucchiaio lungo (mixing spoon o bar spoon), aggiungete la guarnizione e un cocktail stick, quel bastoncino in plastica che serve al cliente per girare il drink. Una variante a questa procedura consiste nel mettere, prima il ghiaccio nel bicchiere, quindi il sale, gli ingredienti a gocce, si mescola bene, infine, si versano il pomodoro e la vodka.

Il Bloody Mary senza vodka, si chiama Virgin Mary, molto simile al pomodoro condito che alcuni chiedono all’aperitivo; ma mentre il Virgin Mary è sempre un cocktail, preparato dal barman, il pomodoro condito è un “servizio”.
Si può chiedere all’ospite se preferisce condire il succo di pomodoro da sé. In questo caso i condimenti sono portati a parte e il cliente condisce, a suo gusto, il succo servito in un old fashioned con ghiaccio.

Il Bloody Mary è richiesto soprattutto all’aperitivo o come dissetante, è nato negli anni Venti del XX secolo, all’Old King Cole Bar dell’Hotel St. Regis di New York, per opera di Ferdinando Petiot. Appartiene alla categoria dei pick me up che possiamo tradurre con “tirami su”.

I pick me up o corpse reviver sono bevande preparate con l’intenzione di alleviare quello stato di malessere, fisico e mentale, che segue una bevuta sfuggita al controllo. Il più delle volte, un pick me up, si prepara con lo stesso distillato, o liquore, di cui si è abusato. Il distillato è poi corretto con spezie e droghe, come: pepe, cannella, tabasco, e da succhi di frutta di varia natura.

Le ricette per combattere la “spranghetta” sono numerose. Tra queste c’è una mistura che porta il nome di Morning Glory, preparata in un tumbler, versando una buona dose di scotch whisky e gocce dei seguenti ingredienti: assenzio (Pernod), succo di limone e di cedro, Angostura, un bianco d’uovo; quindi si deve miscelare con del ghiaccio e riempire il bicchiere con acqua di seltz. Un’altra mistura, che si ritiene abbia capacità disintossicanti, si prepara versando in un tumbler: una dose di gin, succo di cedro (la metà del gin), un uovo intero, due cucchiaini di crema di menta, il tutto è miscelato con il ghiaccio. Anche questa, guarda caso, si chiama Morning Glory, forse perché è il risveglio il momento più critico, e si sente la necessità di un rimedio che aiuti il ripristino delle attività funzionali, almeno quelle di base.

Un valido consiglio, però, consiste nel non cercare ricette più o meno esotiche nel tentativo spesso inutile di tirarsi un po’ su, ma rispettare la soglia che c’è tra una tranquilla euforia e una solenne sbornia che fa solo male e può essere pericolosa. A questo proposito leggi: Alcol come alimento.