Un puzzle con alcuni suggerimenti su come migliorare la lettura di un articolo

Dalla carta al monitor, come cambiano le cose

Aggiornato 20 giugno 2021

E già, le cose sono cambiate da quando ho imparato a scrivere. Prima scrivevo con la penna sulla carta, ora digito su una tastiera per qualcosa che qualcuno leggerà su un video.

Prima, quello che scrivevo lo leggevano in pochi, ora, quando scrivo un articolo per il blog, posso avere tutto il pubblico della Rete.

In questo articolo do alcuni consigli su come organizzare il testo in modo che quanto scritto appaia interessante e non faccia scappare un potenziale lettore solo perché osservando, o scorrendo il testo, lo trova difficile, non per i contenuti, ma perché stanca solo a guardarlo.

Non parlerò di grammatica e sintassi, non saprei farlo, e non potrò dire come pubblicare contenuti interessanti.

Scrivere non è semplice. Ho un’idea, sono davanti alla tastiera e guardo il monitor, dove l’area di editing è vuota e il cursore in attesa, lampeggia. Questa situazione mi ricorda il foglio bianco di quando dovevo scrivere un tema, o qualsiasi altra cosa, e non mi veniva la frase giusta per partire. Stavo li a fissare il foglio e mi prendeva lo sconforto.

Davanti ad un computer collegato in rete, appena viene l’ansia da foglio bianco, concentrarsi è ancora più difficile. Si hanno mille distrazioni a portata di un paio di click.

Prima cosa da fare è liberarsi da tutti i fastidi, dalle tentazioni e dai trastulli della Rete, e non è facile.

Dopo essersi arrovellati per trovare l’idea giusta, il tempo per scrivere, e tre o quattro sezioni non sono sufficienti, aver fatto, tutte le volte, la fatica di resistere alle tentazioni della Rete, fatte le riletture e le molte correzioni, aver vinto la timidezza di premere il tasto pubblica e mettersi davanti al giudizio del pianeta, sarebbe veramente un peccato veder vanificare questi sforzi per non aver seguito pochi e semplici accorgimenti per presentare un testo organizzato e stilizzato correttamente e far sì che il nostro articolo tenga incollato il lettore non solo per il tempo di leggere il titolo, ma fino alla fine.

Ma che paragrafo lungo è complicato ho scritto? Meno male che dopo vi dirò di evitare capoversi così lunghi e frasi complicate e contorte.

Frasi e paragrafi

Scrivere per il web è molto diverso dallo scrivere su carta. Di solito chi prende un libro, un giornale, un fumetto decide di dedicarsi alla lettura e sa cosa lo aspetta.

Chi legge in Internet di solito sta facendo una ricerca, vuole trovare valide risorse su una certa cosa e non ha molto tempo per leggere l’incredibile quantità di informazioni presentate e non può o non vuole perdere troppo tempo.

Cosa fa allora l’utente della Rete? Sceglie. E come sceglie?

La prima scelta può farla attraverso il titolo. Se il titolo comunica qualcosa, decide se continuare la lettura, altrimenti passa ad altro.

Vinta la battaglia del titolo, la seconda scelta è l’expert, ovvero il riassunto presentato dal motore di ricerca o le prime 30/40 parole con cui inizia il nostro articolo e presentate in automatico dal sistema o scelte da noi se è disattivata la funzione di expert automatico.

Se grazie ad un titolo ben formulato e ad un riassunto interessante, siamo riusciti a portare il lettore sulla nostra pagina, dobbiamo trattenerlo e invogliarlo a leggere il nostro articolo fino in fondo.

Il muro di parole

Di solito quando cerchiamo di capire se quanto trovato può essere utile, “sorvoliamo” il contenuto leggendo rapidamente i primi paragrafi o surfiamo qua e là.

Se il contenuto è interessante, di qualità e il lettore motivato,  i consigli descritti potrebbero non servire.

Ma anche se i miei contenuti sono fantastici, e potrei pensare che va bene così e trascurare le buone pratiche di scrittura sul web,  dedicare del tempo per migliorare forma e presentazione di un articolo, può aiutare un lettore frettoloso a fermarsi sul mio contenuto.

Cosa fa scappar via un lettore sul web, e non lo invoglia nemmeno ad incominciare a scorrere il contenuto, è il muro di parole che si presenta quando si scrivono blocchi di testo troppo lunghi.

Quando un paragrafo è troppo lungo, non suddiviso in periodi brevi, provi a leggere, cerchi di capire, ma più che leggere, scorri il testo rapidamente e non lo capisci bene.

L’azione successiva ed immediata è andare altrove e cercare qualcosa di più leggibile.

Questo perché un testo digitale è diverso da un testo stampato, inoltre cambiano strumenti, ambienti e momenti in cui il testo digitale viene letto.

Immaginate di leggere un testo diviso in lunghi paragrafi su uno smartphone. Non vedere la fine del testo, spaventa ancor prima di cominciare a leggere. E ciao, il lettore si rivolge altrove.

La prima cosa da fare è scrivere paragrafi corti, con periodi brevi.

Non si crea un nuovo paragrafo solo quando cambia l’argomento. Dividiamolo in modo che non sia più lungo di un paio di frasi e diamoci da fare con lunghezza e ritmo.  A volte il paragrafo può essere un po’ più lungo, altre volte, per esempio per enfatizzare, può essere di una sola frase.

Un paragrafo breve deve dare un’informazione completa e deve essere una frase autonoma.

Lo spazio bianco che si crea con la separazione dei paragrafi, consente di riposare lo sguardo e migliora la presentazione, dà ordine e organizzazione al contenuto e ritmo al testo.

Alcuni consigli sulla forma:

  • Il linguaggio deve essere semplice e chiaro. Preferire frasi attive alle passive. Evitare periodi lunghi e subordinate;
  • fare attenzione alla grammatica.  Sembra proprio che non riusciremo mai a liberarci dei colleghi di italiano 🙂
  • non essere troppo formali o troppo “sportivi”.
  • rileggere, rileggere e rileggere. Serve per correggere gli errori, e capire se si è convinti di quanto scritto.
  • tagliare, tagliare e tagliare. Il testo corto è più difficile da scrivere, ma più facile da leggere.
  • un buon sistema per scrivere testi corti è ridurre aggettivi ed avverbi.

Grafica

Caratteri

Prometto, prima o poi scriverò alcuni articoli sulla grafica web e sui font o, in questo caso, sarebbe meglio dire typeface o carattere, visto che si parla di rappresentazione grafica di un glifo e non di un software dove del codice dice come è costruito un certo set di caratteri.

Tra i principi della grafica tradizionale, migrati nella grafica web si trovano:

  • contrasto
  • allineamento
  • vicinanza
  • ripetizione

Questi principi hanno a che fare anche con il font usato. Per creare contrasto si possono usare famiglie di caratteri diversi.

Una famiglia di caratteri per i titoli e una diversa famiglia per il corpo del testo.

Per esempio se uso un font con le grazie, come il Georgia, per il testo, posso usare un font senza grazie come Arial, per i titoli o viceversa.

È importante non mischiare e non usare font simili per lo stesso scopo. Se uso un font per i titoli, userò quel tipo di font per tutti i titoli e lo stesso vale per il corpo del testo. Principio della ripetizione.

Non usare più di 2/3 tipi di font. Uno per i titoli, uno per il testo e il terzo, se proprio necessario, per evidenziare didascalie o piccole porzioni di testo come le citazioni.

Per citazioni e didascalie, meglio usare lo stesso font del testo, ridimensionato per l’occasione, al quale applicare, se serve, grassetto o italico.

Applicherò questa scelta a tutti i miei articoli. La ripetizione serve a rendere riconoscibile il mio contenuto.

Colori

I principi di contrasto e ripetizione si applicano anche al colore. Se con il colore blu, voglio identificare i titoli, uso il blu solo per i titoli e uso altri colori per identificare altri tipi di testo.

Bisogna essere continui nell’uso del colore. Questo significa usare sempre lo stesso colore per un certo uso, perché attraverso il colore facciamo capire al lettore il ruolo di un testo.

Se cambiamo questa associazione, il lettore sarà confuso.

Non usate più di tre/quattro colori. Create uno schema colore, se lo ritenete utile, e usate sempre quello. Anche questo serve a rendere riconoscibile il vostro contenuto.

un testo giallo su sfondo rosa per evidenziare la mancanza di contrasto

Fare molta attenzione quando si applicano dei colori di sfondo al testo. A volte si vedono articoli illeggibili proprio per questo motivo.

Lo sfondo e il testo devono essere contrastati. Testo scuro e sfondo chiaro o viceversa.

Immaginate di leggere un testo giallo su sfondo rosa. Impossibile. Eppure in Rete si trova questo e altro.

Allineamento

Siccome noi scriviamo da sinistra a destra, è meglio usare l’allineamento a sinistra, chiamato anche  bandiera a sinistra ed evitare allineamenti centrati o giustificati.

Questi allineamenti creano problemi di spaziatura orizzontale tra le parole, e le frasi sono difficili da leggere.

immagine che rappresenta l'effetto canyon
L’effetto canyon è un solco che si crea tra le parole e si estende su più righe. Qui è evidenziato dalle linee rosse.

L’allineamento centrato fa iniziare ogni riga ad una distanza diversa, e rende la lettura molto faticosa.

L’allineamento giustificato crea spazio irregolare tra le parole con un effetto detto canyon, soprattutto se l’impaginato è diviso in colonne strette.

A volte si può usare l’allineamento a bandiera a destra, per esempio nelle didascalie delle immagini o anche per evidenziare i titoli.

Ancora alcuni consigli tipografici:

  • usare un font leggibile
  • non usare il sottolineato per evidenziare un testo, lo confonde con i link
  • per evidenziare usare il grassetto, ma senza esagerare, altrimenti non si capisce cosa si vuole evidenziare
  • non usare il maiuscolo, è meno leggibile e rende il testo ambiguo
  • usare un’interlinea adeguata. L’interlinea è lo spazio verticale che separa una linea di testo dall’altra. Di solito si applica un’interlinea che sia una volta e mezzo la dimensione del font usato.
    Per esempio: se uso un font di 16 pixel, l’interlinea sarà di 24 pixel. 16 pixel più 8 pixel.
  • se sembra utile, si può inserire un rientro all’inizio di ogni paragrafo, ma non sia più lungo di 2/3 caratteri e non mettiamolo sul primo paragrafo dell’articolo.

Titoli

Sull’importanza dei titoli per la struttura di un testo pubblicato sul web, consiglio la lettura dell’articolo Titoli indici e sommari.

I titoli sono importanti per dare respiro al testo e aumentano la leggibilità, rendendo chiaro di cosa si parla.

blocco titoli

Molto importante: i titoli non sono un ridimensionamento del testo cui si applica anche il neretto o altro colore.

Per creare un titolo che sia significativo si deve utilizzare il comando appropriato che l’editor applica in automatico quando, dopo aver selezionato un testo, dal menu Formato > formati > titoli, selezioniamo un titolo da 2 a 6.

I numeri indicano il tipo di importanza che il browser applica a quel titolo e, in funzione di questa, il browser crea una gerarchia del contenuto utile ai motori di ricerca per indicizzare il contenuto, all’accessibilità e alla qualità del contenuto.

Gerarchia dei titoli

gerarchia dei titoli da h1 a h6

La gerarchia dei titoli è facile da capire:

  1. titolo 1 è assegnato in automatico dal sistema al titolo dell’articolo
  2. titolo 2 è assegnato dall’autore per definire l’argomento
  3. titolo 3 e titolo 4 sono applicati per i sub-paragrafi
  4. titolo 5 e titolo 6 sono poco usati. A volte sono utilizzati per le citazioni e le fonti.

Liste ed elenchi

L’importanza delle liste e degli elenchi puntati è grande. Ne ho descritto l’uso nell’articolo HTML e wordPress.

Gli elenchi sono necessari e facilitano la comprensione del contenuto perché:

  • spezzano le informazioni creando maggior spazio bianco sulla pagina
  • fermano lo sguardo su qualcosa di ben definito
  • consentono di muoversi tra il contenuto piuttosto che saltellare tra i paragrafi
  • per il lettore è più facile spezzare il testo e organizzare le informazioni.

La differenza tra elenchi ordinati e non ordinati è semplice. Uso un elenco puntato o non ordinato, quando la sequenza elencata non è importante, come una lista della spesa.

Uso un elenco numerato, dove le voci sono indicizzate da un numero o da una lettera, quando la sequenza deve seguire un ordine preciso, come l’elencazione delle fasi di un procedimento o di una ricetta.

Collegamenti

Cos’è un testo in Rete senza collegamenti? I link sono la linfa del Web. Non che siano sempre necessari. Forse qualche contenuto può farne a meno. Ma se ho trovato una valida risorsa su un altro sito, perché non usarla per migliorare il mio contenuto?

Ed ecco che arriva il link per chi vuole sapere tutto sui link ipertestuali.

I collegamenti sono l’essenza che rende così diversa la scrittura sul Web da quella tradizionale. Ma a parte il valore del collegamento come approfondimento, ci sono altri motivi per utilizzarli in un articolo:

  • sono il miglior modo per riconoscere le proprie fonti
  • aumentano la qualità del contenuto consentendo al lettore di avere riscontri con altre risorse
  • realizzano una copertura più ampia dell’argomento
  • trattengono il lettore sul blog più a lungo rimandandolo ad altri articoli pubblicati.

Alcuni esempi di link che aumentano la qualità del contenuto, a parte i miei ;-),  li potete vedere negli articoli del prof. Cavollo sulla Storia dell’arte.

Alcuni consigli utili per i link:

  • non usare le frasi clicca qui o fai click qui oppure qui trovi come testo del link; i link così etichettati, anche se purtroppo si vedono spesso, sono pessime abitudini da evitare, perché non sono accessibili e non chiariscono la natura e la destinazione del link
  • Come etichetta si devono utilizzare termini descrittivi e significativi della natura dei collegamenti e inserirli nel contesto
  • non esagerare con i collegamenti, troppi sono dispersivi.

Immagini

Le immagini sicuramente rendono più piacevole la lettura di un testo, soprattutto se lungo.

È anche vero che troppe immagini sviano l’attenzione e se non hanno un significato relativo al contenuto sono dispersive e distraggono inutilmente.

Sulle immagini si è già scritto molto in questo blog e gli articoli Ottimizzare le immagini per il WebStrumenti di WordPress per le immagini, possono aiutare nel capire come utilizzarle e ottimizzarle.

Non tutte le immagini che troviamo sul Web sono utilizzabili liberamente. Non possiamo pensare che una semplice ricerca in Google immagini sia sufficiente per utilizzare liberamente un’immagine.

È ora di smettere di pensare che quello che si trova in rete sia gratis e chiunque può farne quello che vuole.

Dobbiamo assicurarci che le immagini siano libere da copyright e se libere devono essere associate ad una licenza Cretive Commons.

Le immagini devono contribuire ad arricchire il contenuto, in caso contrario è meglio non usarle per questi motivi:

  • per il tempo necessario a cercarle ed elaborarle
  • se fuori dal contesto, possono confondere
  • nelle connessioni a consumo contribuiscono al costo di banda.
  • occupano spazio sul server

Nei post possono essere inserite non solo immagini ma anche altri media come: video, podcast, musica, sondaggi, test, fumetti, social media ecc.

Di quanto è utilizzato nel nostro articolo e deriva da altre fonti, è necessario verificare il copyright e citare la fonte.

Immagini e accessibilità

Per migliorare l’esperienza delle persone con difficoltà visiva è necessario inserire sempre il testo alternativo.

I software assistivi, leggono il testo alt e l’eventuale descrizione lunga dell’immagine, fornendo così un’alternativa all’immagine per chi non può vederla.

Inserire il testo alt è molto semplice e deve diventare una buona abitudine. Quando carichiamo un’immagine in un articolo, troviamo un campo con etichetta Testo Alt. 

All’interno del campo forniamo una descrizione dell’immagine. Nel campo successivo etichettato con Descrizione, possiamo inserire una descrizione più lunga e dettagliata dell’immagine.

All’interno del campo forniamo una descrizione dell’immagine. Nel campo successivo etichettato con Descrizione, possiamo inserire una descrizione più lunga e dettagliata dell’immagine.

descrizione di come e dove inserire il testo alternativo per un'immagine in WordPress

L’informazione del Testo Alt non è solo la descrizione fornita a chi ha problemi visivi, ma è presentata dal browser nel caso l’immagine non venga trovata all’URL definito.

Molte altre sono le considerazioni relative all’accessibilità, per chi fosse interessato e vuole avere altre informazioni, può consultare le linee guida WCAG 2.0.

LE WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) sono un ottimo punto di partenza per capire la necessità di creare siti e documenti accessibili. Il cammino è lungo, ma si può cominciare da qui.

Considerazioni finali

Sono riuscito a tenervi incollati fin qui, o siete scappati prima? Ditelo attraverso i commenti e fatemi sapere cosa ne pensate o se avete vostri personali suggerimenti per migliorare la lettura di un articolo.

Nella stesura dei miei articoli ho l’abitudine di tenere aperte alcune schede del browser con:

  • dizionario dei sinonimi e contrari
  • vocabolario della lingua italiana
  • dizionario di lingue straniere
  • sito per coniugare i verbi
  • sito per la ricerca di immagini libere o con licenza Creative Commons
  • sito per la compressione delle immagini
  • software di elaborazione grafica delle immagini
Un puzzle con alcuni suggerimenti su come migliorare la lettura di un articolo

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