Sosa
L’argomento che affronterò oggi in questo mio articolo è al tempo stesso interessante e molto delicato, l’omosessualità, cioè, il sentirsi attratti da persone dello stesso sesso. Come mai affermo che sia un argomento delicato? Per prima cosa è un argomento in cui è facile cadere nella superficialità dei luoghi comuni, nella retorica del siamo tutti uguali ma… e, se ci riflettete, molti cantanti su cui aleggiava il dubbio di omosessualità si sono dichiarati solo una volta affermati o non lo hanno mai fatto e, nelle loro canzoni, spesso hanno cantato di amori etero. Quasi tutte le canzoni che conosco e parlano di amori omosessuali sono cantate da eterosessuali e, nel corso dell’articolo, ve ne accorgerete. Mi sono quindi chiesto il perché di questa situazione e, come era costume per gli ospiti di Gigi Marzullo, mi sono anche dato una risposta. Devo dire che mi sono venuti in aiuto una serie di commenti di tifosi dello sport più popolare in Italia. Non so quanti di voi abbiano seguito il caso, qualche settimana fa ci furono una serie di buu razzisti di cui fu bersagliato Koulibaly, giocatore del napoli, per cui si scatenarono, anche sui social, le polemiche. Ad un tifoso del napoli che si chiedeva come mai nessuno intervenisse per questi cori scandalosi qualcuno rispose, come spesso si fa quando non si hanno altri argomenti, tirando in ballo un altro fatto altrettanto increscioso e scrivendo “come mai non vi siete mobilitati in questo modo quando il vostro ex allenatore Sarri diede del “frocio” a Roberto Mancini, allora allenatore dell’Inter?”
La replica da parte del tifoso napoletano, che si rifaceva ai cartelli con su scritto “siamo tutti Koulibaly” esposti la partita successiva, mi ha lasciato di sasso: “non potevamo mica andare allo stadio con i cartelli “siamo tutti froci!”
Da qui ho elaborato una serie di riflessioni, forse giuste, forse sbagliate, ai posteri l’ardua sentenza:
1. E’ molto più facile dare sostegno se è palese che non possiamo essere vittima della stessa discriminazione;
2. Molte volte ci battiamo contro degli stereotipi ma siamo i primi a reiterarli, anche nel linguaggio;
3. In tema di omosessualità siamo ancora lontani, a mio modesto parere, dal raggiungere un livello di accettazione nella società che consenta alle persone che lo sono di non dover nascondere i loro sentimenti, anche quando ricambiati.
Come sempre però questa vuole restare una rubrica musicale, per cui, fiato alle trombe, ecco la prima canzone
https://www.youtube.com/watch?v=Dlg-QufLKlk
La prima canzone non poteva che essere questo capolavoro di un cantautore che ci ha lasciato esattamente vent’anni fa, l’11 gennaio 1999. In questa canzone Andrea, il protagonista perde il suo amore “riccioli neri”, un soldato, “ucciso sui monti di Trento, dalla mitraglia” e per la disperazione decide di farla finita e buttarsi in un pozzo abbastanza profondo da provocarne la morte “mi basta che sia più profondo di me”, per questo Andrea “non sa tornare”. In questa canzone oltre alla tematica dell’amore universale, che ci fa soffrire quando non c’è più, si parla anche della causa, della guerra, per questo, insieme ad altre canzoni, come “Volta la carta“, una delle mie preferite, viene ascritta nel ciclo delle canzoni contro la guerra.
Se la prima canzone affrontava il tema dell’universalità dell’amore questa canzone affronta il conflitto di un uomo sposato che scopre di provare attrazione per un altro uomo che poi non è altro che il conflitto tra le aspettative della società e una scelta diversa. Nel video è presente uno dei miei attori italiani preferiti, Valerio Mastrandrea e la storia è la seguente: “Mastandrea e Liotti sono due colleghi. I due sono poliziotti in borghese e fanno ‘servizio’ su auto civetta (una Alfa Romeo Alfetta, per l’appunto). Mastandrea vive l’intimo, iniziale, disagio di chi si rende conto di avere attrazioni omosessuali. Nel suo caso proprio per il collega, con il quale condivide gran parte della giornata. L’Alfetta viene rubata da Silvestri. I due poliziotti lo rintracciano al Gay Pride di Roma, (vengono mostrate scene reali girate durante il Gay Pride 2007). Qui Mastandrea esterna la sua celata condizione, con un gesto banale ma significativo, sotto lo sguardo attonito di Liotti.” (fonte Wikipedia)
Loro sono i Subsonica, un altro gruppo molto presente nei miei articoli e in questa canzone e la scelta del nome delle protagoniste “Eva” (c’era anche una Maria nella canzone precedente) forse è casuale o esprime la volontà, da parte degli artisti, di sottolineare l’idea che nell’omosessualità non ci sia nulla in contrasto con la religione cattolica. Nella canzone si nota un passaggio importante tra la prima parte in cui il loro rapporto sembra quasi un episodio incidentale “labile”, effimero e la seconda dove si perde la L e diventa “abile”.
A questo punto il mio repertorio sul tema è quasi esaurito per cui ho provato a cercare se altri artisti che conosco hanno affrontato il tema e ho trovato alcuni canzoni molto belle. La prima ci parla della difficoltà di affrontare il giudizio della gente, è di Dolcenera, cantante che oltre alla voce ha il merito di aver voluto omaggiare, con il suo nome d’arte, un capolavoro di De André, la canzone è “Resta come sei“; altra song molto simile è “Due donne” di Paola Turci nella quale sembra quasi trapelare matrimonio di facciata “Le tue preghiere quando guardi lui/Che lo confondi con un sentimento/Uomo sbagliato amato per spavento”. Tornando indietro nel tempo, al 1978, quando avevo 3 anni, il grande Antonello Venditti ci racconta di “Giulia“, una ragazza intelligente “Che ti porta via da me”. Secondo voi perché questo riferimento continuo alla sua intelligenza e al suo sfiorarle la mente?
Le ultime canzoni ci parlano di amore saffico e questo mi introduce ad un’altra riflessione che parte dalla mia professione che negli ultimi 18 anni mi ha tenuto a contatto con gli adolescenti: perché a quell’età sono molte più le ragazze che fanno “coming out” o almeno non si nascondono rispetto ai loro coetanei di sesso maschile?
Perché le ragazze maturano prima? Perché siamo una società ancora fortemente machista dove l’omosessualità femminile è più accettata di quella maschile? Io, rifacendomi a Quelo, penso più la seconda.
Come scrivevo ad inizio articolo anche artisti che si sono dichiarati, è il caso di Laura Bono che lo ha fatto nel 2005, hanno cantato brani come “Io non credo nei miracoli” in cui si parla di un amore quasi asessuato. La stessa artista in un’intervista di quell’anno ha ammesso di aver atteso ad annunciare di amare una donna perché “questo la società mi suggeriva di fare”.
Prima di arrivare all’ultimo video vorrei citare due canzoni, “Pensiero stupendo” di Patty Pravo e “Il triangolo” di Renato Zero. In realtà non sono canzoni sull’omosessualità in quanto in entrambi i casi i testi sono abbastanza criptici e sembrano scritte più solleticare fantasie che dichiarare qualcosa o affrontare un tema complesso come la sessualità.
Con l’ultimo brano vorrei ripercorrere le domeniche sere Queever (serata “gay lesbo e queer” che si svolgeva in locali diversi, La Gare in inverno e Cacao in estate”) a cui ho partecipato numerose volte e dove ho scoperto questa canzone degli Alcazar diventata la sigla Queever di una decina di anni fa almeno, con il suo balletto stupendo!
Se volete vedere il video della canzone originale cliccate qui!
Prima di lasciarvi vi segnalo un articolo che parla di una scritta comparsa sul muro di una scuola “Il preside è gay” è sulla stupenda risposta che ha dato il Dirigente Scolastico, non la cancello “sarà la pietra d’inciampo per l’intelligenza umana”
Spero che l’articolo vi sia piaciuto. Se non siete d’accordo su qualcosa, commentate, se invece condividete quanto scritto, fatemelo sapere! Insomma commentate!!! 😉
A presto con la musica di Jepu