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Sognando Hollywood. “The Joker”

Il nostro Gabriele Tron è un cinefilo e non ne fa mistero. Qui di seguito una lunga e articolata recensione ad un film destinato a restare nella storia del cinema sia per la grande prova d’attore fornita dal protagonista sia per il modo con cui tratta la disabilità.

Buona lettura!

Quasi un anno fa la Warner Bros ha annunciato l’origin story su “Joker” con la regia di Todd Phillips, la presenza del grande Martin Scorsese in produzione e di Joaquin Phoenix come protagonista (nei panni dello stesso Joker). Successivamente ecco arrivare la conferma con la partecipazione del film al Festival del Cinema di Venezia: è la primissima volta che un cinecomic partecipa ad una edizione del festival! Per di più incredibilmente è riuscito pure ad accapparrarsi il Leone d’oro come miglior film. Chiunque a questo punto si sarebbe aspettato un film abbastanza rivoluzionario per il genere, diverso da qualsiasi Joker mai comparso sul grande schermo.
Un paio di mesi fa prima della sua uscita, questo film ha fatto scalpore però anche in maniera preoccupante!
Il fatto che la FBI fosse così preoccupata per la violenza che questo film potesse suscitare nel pubblico e nei giovani, l’ha portata addirittura a vietare in America il cosplay del Joker di Joaquin Phoenix per evitare una possibile ripetizione della tragedia del 2008 avvenuta durante la proiezione de “Il Cavaliere Oscuro”, quand’è avvenuta una sparatoria e sono morte molte persone, tra cui dei bambini.
Hanno proprio pensato che un film del genere suscitasse solamente violenza!
Allora…. Il cinema è arte e un regista o uno sceneggiatore deve avere totale libertà di esprimere ciò che vuole esprimere, esprimere la sua arte senza aver paura di essere “bloccato” dalla censura. È logico che la libertà di un film ha dei limiti che si fermano davanti alla libertà di ciascun altro individuo, dei limiti che servono per evitare di suscitare un qualsiasi tipo di pensiero negativo nelle persone. Però è un confine piuttosto labile, facilmente superabile e qui sta alla gente riuscire a fare una cosa particolarmente difficile: ovvero RAGIONARE!!!! Se un determinato film (come questo) spiega la storia di una persona negativa (come un assassino, un dittatore, uno stupratore) dal suo punto di vista, facendoci capire ciò che potrebbe pensare o provare, ciò non significa che il film debba dare ragione a questo determinato individuo. Qui sta al pubblico riuscire a decifrare il tutto e a capire che non è l’eroe del film. A questo punto mi viene un mente una grande verità: esiste al mondo una propaganda che influenzi le persone e che sia più potente del cinema? Sinceramente non oserei rispondere di sì, perché non sono un esperto in questo settore e non vorrei dire cavolate, ma il cinema nelle mani sbagliate potrebbe risultare molto pericoloso! Basta guardare l’Italia durante il regime fascista, Mussolini ha fondato numerosi cinema per diffondere propaganda! E visto che le persone non sono capaci di pensare per conto proprio, è uno strumento molto pericoloso! Quindi un film come Joker, che non è assolutamente nato per dare ragione al personaggio del Joker o per fare propaganda e assolutamente NON per esprimere un qualsiasi pensiero di violenza nelle menti del pubblico, quanto potrebbe essere realmente pericoloso? Quanto una finzione cinematografica potrebbe realmente influenzare il pensiero umano? Quanto potrebbe essere facile diffondere un’ideologia perversa, malata e pericolosa al giorno d’oggi sia grazie ai social che grazie al cinema? Sarebbe forse meglio al genere umano cominciare a ragionare. Meglio tardi che mai dico bene?
E visto che siamo a tema…cosa ne penso io di questo film? Lo reputo realmente il capolavoro rivoluzionario come lo descrivono?
Credo che non sia facile descrivere un film di questa portata.
Arthur Fleck è quest’uomo “comune” con una vita orribile che in un paio di giorni vedrà svanire dalla propria vita pure le uniche poche gioie che abbia mai avuto: la pseudo-fidanzata immaginaria, poi la madre che ha sempre amato, il padre che avrebbe ritrovato, il suo “comico-eroe” televisivo da cui prendere spunto (Murray Franklin interpretato da Robert De Niro). Piano piano anche queste gioie scompariranno dalla sua vita…e lui non ha più niente da perdere! Questa Gotham putrescente, corrotta, sporca, con l’invasione di ratti giganti (tra l’altro un easter-egg dei fumetti), pericolosa come poche altre città, e politici, ricchi e persone di alto rango che se ne fregano!
E alla fine sarà proprio, non Arthur Fleck, ma Joker a farcelo notare quasi come una denuncia sociale. I ricchi e i potenti che non provano nemmeno a mettersi nei panni del prossimo, ma semplicemente se ne fregano…
Il fatto che le armi girino molto facilmente e legalmente ancora negli Stati Uniti come se fossimo ancora nel Far West!
Da specificare che è Joker, e non Arthur a dirlo, perché Joker è la sua vera identità, il suo vero “Io” interiore che alla fine esce fuori: quando si trucca per lo spettacolo si passa il pennello anche sulla lingua, come per specificare che Joker non è solo un trucco e un costume. Ma è realmente lui!
Ci sarebbe tanto da dire sulla psicologia di Joker, ma non voglio dilungarmi.
Dall’inizio alla fine questo film è costantemente pieno di colpi di scena o di avvenimenti che pian piano porteranno alla completa pazzia di Arthur…ma è poi pazzia? Oppure ha semplicemente aperto gli occhi sul mondo? Molti si sono lamentati perché questa storia è completamente inventata e non è stata tratta dai fumetti e io sono qui a controbattere. Nei fumetti, specialmente nel capolavoro fumettistico “The Killing Joke”, Joker cerca di fare capire al Commissario Gordon e allo stesso Batman quanto una brutta giornata che ti rovina la vita potrebbe portarti alla completa pazzia. Inoltre l’eterna battaglia fra Joker e Batman è solamente una metafora: la lotta infinita fra bene e male, lo yin e lo yang. Ognuno di noi ha un Joker dentro, sa che la vita non ha nessun senso e rischia di impazzire e qui arriva Batman, ovvero la speranza, a farci andare avanti senza mollare! È vero quindi che questa storia è completamente inventata, ma mi sembra l’unico modo possibile per poter trasporre sul grande schermo una metafora ed un significato così profondo senza perdersi in combattimenti e botte da orbi tra Joker e Batman! Ne capisco il senso e sono completamente d’accordo!

Sono tutti molto bravi nella recitazione, ma non Phoenix! Lui non è bravo, ma magistrale e con tutte le carte in regola per poter vincere l’Oscar come miglior attore protagonista.
Non ha solo la battuta e l’espressività facciale: ha molto di più. In ogni singola scena, anche con i più piccoli movimenti a volte anche casuali oppure sottoforma di tic alla schiena o con i piedi, le mani, le spalle. Quando ride per colpa del disturbo, o quando ride per non piangere. Persino quando è confuso o disperato, Phoenix è perfetto. È entrato nel ruolo a 360 gradi. Ci credo che ogni tanto dovesse uscire improvvisamente durante le riprese per riprendersi e non affezionarsi al proprio personaggio come effettivamente potrebbe succedere! E poi quanto è dimagrito? Era impressionante in alcune scene!
E dal punto di vista psicologico la regia e la fotografia ci danno una mano, sono quasi perfetti. Ti fanno entrare nell’ottica giusta per capirlo come personaggio, tramite ombre, giuste inquadrature, a volte una fotografia quasi sporca e polverosa per rappresentare l’enorme degrado di Gotham….e di Arthur.
In Italia hanno tradotto anche gli appunti sul quaderno, oppure il cartello con il suo disturbo, invece di mettere il semplice sottotitolo come sempre. Anche quando Arthur scrive, lo fanno fare in un italiano tradotto e ciò rende il tutto più credibile.
Da Todd Phillips non mi sarei mai aspettato un film di questa portata. Come regista famoso specialmente per le commedie demenziali (“Una notte da Leoni” o “Parto col Folle”), gli devo fare i miei più sinceri complimenti! 
È presente Scorsese nella produzione e si sente alquanto con alcuni riferimenti palesi ai suoi film passati (come “Taxi Driver” per esempio)! Visto che non ho fatto altro che decantarlo in tutte le sue forme, mi sembra giusto fare il pignolo rompiballe per un piccolo dettaglio che potrebbe piacere, ma a me da un po’ fastidio: ovvero che in alcuni punti la musica di sottofondo ha un lento crescendo per creare della suspence….inutile però, perché non succede assolutamente nulla un quei punti. Diciamo che in un film del genere non bisogna distrarsi dal personaggio e il sottofondo in questo modo non aiuta. Lo capisco negli horror, ma non in questo tipo di pellicola. Essendo però solamente un dettaglio non penalizzerà in alcun modo questa pellicola a cui darò un 10 meritatissimo!
Ora….importa poco che le persone la pensino così oppure no essendo un mia opinione personale, non sono qui per giudicare a prescindere le idee e le opinioni degli altri perché è giusto che ognuno si faccia una propria idea…persino i critici. Ma se questi cosiddetti “amanti del cinema” che vengono pagati fior di quattrini per giudicare una pellicola, si rifiutano pure di guardarla a prescindere (come molti dell’Accademy) solo perché “È violenta”, per quanto mi riguarda, non solo non sono affatto dei cinefili, ma sono pure ridicoli. Un film che ha vinto meritatamente un Leone d’oro a Venezia, con un attore che un mondo intero sta lodando per la sua interpretazione e rifiutarsi di vedere tale pellicola perchè violenta è assolutamente ridicolo. Per di più, vedere che su Rotten Tomatoes ha perso il certified fresh, vedere che lo stesso critico che ha dato 5/5 a una pellicola come “Captain Marvel” perché “Qualcosa di rivoluzionario” abbia dato 1/5 a “Joker” perché “Scontato e pieno di cliché”, oppure ancora vedere recensioni negative di critici con “È brutto perché è triste”….mi fa perdere speranze per quanto riguarda l’incompetenza di moltissimi critici che consegnano i premi alle pellicole, oppure in un mondo quasi corrotto oramai dal politically correct.
Questa pellicola è stato, inoltre, anche un vero e proprio fenomeno turistico. Ora… chiunque è a conoscenza che i luoghi che sono diventati nel tempo dei set cinematografici di pellicole o serie attirano molti turisti. Basti pensare ad alcuni paesi dell’Irlanda, dove hanno avuto sede le riprese della serie “Game of Thrones”, che devono addirittura chiudere l’entrata ai turisti per non aver un sovraffollamento.
Però sapere che pure le scale del “Joker” sono diventate un sito turistico mi ha realmente stupito! Centinaia di persone che salgono, fanno selfie, lo pubblicizzano sui social…ok, questo aumenta l’economia locale, ma contemporaneamente crea fastidio alle comunità locali non abituate a questo tipo di turismo completamente assente prima del film sul clown pazzo. Poi vabbè le scale sono segnate su Google Maps come attrazione RELIGIOSA….prendere la figura del Joker per creare una nuova religione non mi fa ben sperare 

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Questa curiosità solo per farvi bene intendere quanto questo film in nemmeno due mesi è diventato un vero cult cinematografico! Impossibile perdersi un film del genere!

Gabriele Tron

2 Commenti

  1. Leggendo questa recensione mi è venuta in mente la definizione che un mio amico diede di “Grattachecca e Fighetto”, la versione non censurata di Tom e Jerry. La violenza è presente, in maniera più o meno esplicita, anche nei cartoni animati.
    Fino a che punto però la violenza di una pellicola influenzi lo spettatore non lo so. Se si pensa alla presenza del fumo sia nel grande che nel piccolo schermo questa è diminuita molto rispetto al passato. Quindi mi chiedo se siano le pellicole che sono lo specchio di una società o quest’ultima a farsi influenzare dalle pellicole…
    Ai posteri l’ardua sentenza 🙂

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