Riflessione di fine vacanze di Natale: “Andate e ritorni”

BUON INIZIO A TUTTI E BUON 2018!!!

Riflessione di fine vacanza di Natale: ANDATE E RITORNI

Una canzone di Cesare Cremonini, un cantante italiano ascoltato, piuttosto superficialmente dalla sottoscritta, diventa ora per me il punto di partenza per palesare un sentimento che mi coglie quando qualcosa finisce, e qualcos’altro comincia, o ricomincia.

Si dice “buon viaggio” quando una partenza è imminente, e in quel buon viaggio c’è il sogno di cosa di bello o che di diverso può avvenire; c’è il prefigurarsi scene di gioia, o di tristezza, ma sempre qualcosa di nuovo, che rompe la routine. Così, il buon viaggio, può essere un “buona vacanza”, ed ha già in sè il prefigurarsi di momenti piacevoli, lontani dal troppo impegno, o dallo stesso impegno;  momenti di svago, e di dedizione, per un periodo a se stessi, alla propria famiglia, o a tutti coloro e alle attività che stanno a cuore.

Ma certo in questi AUGURI è già insita l’idea che prima o dopo ci sarà un ritorno, una fine del viaggio, una fine della vacanza. E quella routine, che prima sembrava immutabile, irrinunciabile, infinita, come per magia, si interrompe…e sembra non dover tornare mai…

E invece il ritorno è sempre imminente, che sia un giorno, un mese un anno….e diventa difficile ritornare a vivere ciò a cui siamo abituati: diventa come allontanarsi da una dimensione che si sente ora nostra.

Dunque il RITORNO, porta sempre con sé il ricordo di momenti di tristezza per un recente passato, nostalgia o rimpianto per non aver potuto vivere appieno il viaggio, l’esperienza, o la vacanza. E diventa difficile riprendere la routine, come se non avessimo mai vissuto di quelle cose da cui ci siamo allontanati. Ed è un sottile disorientamento, quello che coglie. Un momento che passa in fretta; ma fa riflettere di come il ritorno sia qualcosa di complesso da vivere, forse perché arriviamo sempre, anche nelle esperienze peggiori, a crearci un modus vivendi, un cantuccio accogliente, anche provvisiorio ed inconsistente, dal quale faremo fatica a sganciarci.

Ma è così: LA PARTENZA HA IN SE’ IL CONCETTO DI RITORNO. DUNQUE, HA IN SE’ INSITO UN SENSO DI SMARRIMENTO, DI LEGGERA GIOIA, E TIMORE INSIEME.

Ma, forse, la vita è bella anche  per questo: è fatta di viaggi infiniti, di partenze, di vacanze, di brevi o lunghe assenze, e di ritorni…

E chissà se sapremo mai se veramente i ritorni sono la vera fine.

Buon Inizio a Tutti

Silvia Maria Calliero

 

2 Commenti

  1. Quando ho intrapreso il mio ultimo viaggio verso Malta riflettevo proprio sulla partenza, in realtà partendo da una frase di Haracourt, “partire è un po’ morire” pensando che se si tratta di un “trasferimento” in effetti questo può essere vero ma se la partenza è per un viaggio di piacere, uno spostamento temporaneo, partire è un po’ rinascere. Non sono molto d’accordo sulla tristezza del ritorno in quanto mi capita, anche qualche mi trovo molto bene in giro per il mondo, di sentire la necessità di tornare, forse perché non voglio un po’ morire 😛

  2. Oh, caro Giuseppe…mi hai fatto venire il dubbio, in seguito alla tua risposta,di aver desiderio del “morire”, visto che amo le partenze, e non i ritorni. Ma trovo che, in realtà, partenze e ritorni, poi, possono essere la stessa cosa…dipende dal punto di osservazione. C’é chi parte dicendo che finalmente troverà casa, e chi ritorna non trovandosi a suo agio dove risiede o dove lavora. Non credo che nessuno dei due abbia l’assoluta ragione, né che si possa trarre un’unca conclusione. L’unico auspicio è che per entrambi si possa vedere con più serenità e leggerezza, io, il ritorno, e tu, la partenza!;-)

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