Pillole di saggezza o esercizi di comprensione? Ben Okri, “La libertà”
Proviamo ad iniziare e a vedere se qualcuno li leggerà. Poi decideremo il da farsi. A beneficio di ogni allievo e collega, qualche breve racconto/saggio/riflessione dedicato a temi forti del vivere.
Per esercitarsi a capire un testo scritto. Ma anche per provare piacere nel leggere qualche idea nuova. Pronti? Proviamo a partire.
Ben Okri, La libertà (2019), pp. 134-135.
- Cosa sei venuto a fare qui?
- Pensavo fosse una libreria.
- E quindi?
- Ero venuto a cercare degli scrittori.
- Perché? A nessuno interessano più i libri. A pensarci bene, a nessuno interessano più nemmeno gli scrittori. Solo alle spie. Sei una spia?
- Non sono una spia, sto soltanto cercando degli indizi.
- che genere di indizi?
- Indizi che penso gli scrittori mi possano dare.
- Hai troppa fede negli scrittori.
- Perché dici questo?
- Non avevano né una grande saggezza, né una grande conoscenza. Avrebbero dovuto avere l’una e l’altra, ma non era così.
- Davvero? Qualcosa la sapevano.
- In un passato molto lontano. Poi tutto quello che sapevano fare era scrivere.
- Non sei un po’ ingiusta?
- Sono stati uno dei motivi per cui la gente ha cominciato a leggere sempre di meno.
- Perché?
- Avevano perso la loro verità. Vivevano per la fama, per i soldi. Quando i tempi hanno cominciato a cambiare, si sono messi a fare tutto quello che serviva per avere successo. Avevano perso la loro integrità. Annacquavano la lingua.
- E come lo facevano?
- Alimentavano la tendenza al ribasso ed eliminavano il mistero dal mondo. Non avevano più fiducia nella bellezza. Ogni parola era ridotta al suo significato. Un albero era un albero e niente di più. La poesia moriva. La gente non era più in grado di pensare simbolicamente. Si rivoltava contro il mito. Il realismo era diventato l’unica verità. La parola scritta era diventata più povera di quella usata nel parlato. Non era più necessario leggere perché i libri non nutrivano più, si limitavano a informare. Ma la tecnologia poteva farlo più facilmente.
Bravo Paolo. Ottima iniziativa. Speriamo qualcuno riesca a riflettete più di me perchè questo a me sembra un racconto di fantascienza che sta realizzandosi.
In un lessico fatto di: ehi, ah ok, tipo, ci sta, cia zio, fra, bra, qualche altra esclamazione seguita da un certo numero di parolacce e diverse faccine, il nostro parlato si sta impoverendo, e in tutto questo la tecnologia ha la sua colpa. O meglio la colpa è di chi invece di usarla come oppurtunità, la usa come scorciatoia per facili e rapidi risultati.
L’autore sembra un tipo interessante, poi lo sento molto vicino visto che ha lavorato all’università di Leicester, città in cui ho trascorso un bel periodo della mia gioventù e dove in quella università ho seguito un corso di catering.