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La storia di Carlo Alberto Dalla Chiesa a Palermo e la prima legge contro i patrimoni mafiosi (legge Rognoni-La Torre, 1982)

E’ l’11 luglio del 1982 e l’Italia è campione del mondo. La nostra nazionale di calcio ha appena
conquistato la coppa al Santiago Bernabeu di Madrid, dopo una finale strepitosa contro la
Germania Ovest, e tutti ricordano le immagini del gol di Paolo Rossi, Altobelli e la corsa urlante di
Tardelli.
[…] anche la vittoria del 1982 era arrivata nel bel mezzo di un periodo tremendo. E’ il 30 aprile
quando a Palermo viene ucciso il deputato e segretario regionale del Partito Comunista siciliano
Pio La Torre, insieme al collega di partito Rosario di Salvo.
Convinto della necessità di liberare la sua Sicilia dalla morsa di Cosa Nostra, La Torre ha capito che privare i mafiosi del loro patrimonio è importante al pari del loro arresto, se non di più. Per
questo, insieme all’onorevole democristiano Virginio Rognoni, propone la creazione di una legge
rivoluzionaria, che preveda la possibilità di sequestrare e confiscare i beni ai mafiosi sulla base di
un giudizio di pericolosità sociale, a prescindere da una sentenza penale di condanna. I boss di
Cosa Nostra naturalmente sentono il pericolo imminente e vogliono giocare d’anticipo, eliminando il problema alla fonte. Sono le 9.21 quando La Torre sta raggiungendo, a bordo di una Fiat 132 guidata da Di Salvo, la sede del Partito. In una strada stretta due moto affiancano l’auto, costringendola a rallentare. Nello stesso istante, i motociclisti estraggono pistole e mitragliette e fanno fuoco sulla macchina. La Torre muore all’istante, mentre Di Salvo riesce a estrarre la pistola, provando inutilmente a rispondere al fuoco.
La situazione è gravissima, per questo la sera stessa dell’omicidio di La Torre e Di Salvo arriva a
Palermo il nuovo Prefetto, il generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il generale ha il
compito di ripristinare la legalità e il ruolo centrale dello Stato in città, compito difficilissimo visti i
pochi strumenti e poteri di cui può disporre. Soltanto in quell’estate, infatti, a Palermo ci saranno
cinquantadue morti e venti lupare bianche. L’ultima strage, il 3 settembre, ricalca tragicamente
quella in cui ha perso la vita Pio La Torre.
Sono le 21.15 quando Dalla Chiesa si sta spostando nel centro della città insieme alla moglie
Emanuela Setti Carraro. I due stanno procedendo in via Isidoro Carini a bordo della piccola A112
del generale, seguiti da un’altra auto sulla quale viaggia l’uomo della scorta. L’utilitaria viene
affiancata da una Bmw, dalla quale parte una raffica di Kalashnikov AK-47, fucile d’assalto in grado di sparare 600 colpi al minuto, che uccide Dalla Chiesa e la moglie. Dietro c’è anche una
motocicletta, dalla quale un uomo spara sulla macchina di scorta uccidendo l’agente Domenico
Russo.
Tre giorni dopo quella strage viene varato un decreto legge definito “Misure urgenti per il
coordinamento della lotta contro la delinquenza mafiosa”, che istituisce l’Alto Commissariato per il coordinamento contro la criminalità mafiosa, agli ordini diretti del Ministro dell’Interno, con
autonomi poteri d’indagine presso le pubbliche amministrazioni, gli enti pubblici e gli istituti di
credito pubblici e privati.
Dopo altri sette giorni, con quella che sarà riconosciuta comunemente come Legge “Rognoni-La
Torre”, viene creato il reato di Associazione di tipo mafioso e vengono introdotte le misure di
prevenzione patrimoniali. Il legislatore, nel 1982, ha quindi preso ufficialmente coscienza del fatto
che la mafia esiste.

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