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Il Terzo Reich e il consolidamento del potere di Hitler (1933-1939)

Nel 1933 i nazisti sfruttarono a loro favore un tentativo di incendio del Reichstag (il parlamento di Berlino) compiuto da un semi infermo mentale, un olandese con tessera del partito comunista. Hitler iniziò una violenta campagna anticomunista, chiudendo e mettendo fuori legge i membri del partito comunista e chiudendo i giornali che non gli erano favorevoli.

Dopo le ultime elezioni, del marzo 1933, il Nazismo stravinse con il 44% dei voti e il parlamento votò una legge che conferiva i pieni poteri al cancelliere: era giunta la fine della Repubblica di Weimar. Ciò fu mal sopportato da Hitler, che aveva una passione enorme per come Mussolini era riuscito ad abbattere la democrazia liberale italiana nel 1922: il Furher dovette accontentarsi di diventare primo ministro in modo legale…

Tre mesi dopo, nel giugno 1933, anche la SPD, la forza socialdemocratica di centro sinistra, venne chiusa e messa fuori legge. Nel giro di pochi mesi si sciolsero anche la destra moderata di Hindenburg e il centro cattolico democratico, lasciando strada libera al partito unico nazista.

Già alla fine del 1933 Hitler poté far votare una lista unica ai suoi elettori, che lo premiarono con il 92% dei consensi (Mussolini aveva iniziato a farlo già nel 1928).

Rispetto a Mussolini, che doveva sempre fare i conti con Vittorio Emanuele III e il Papa, Hitler (che pure era protetto dalle SS, un gruppo scelto di nazisti sue guardie del corpo) doveva solo più sbarazzarsi di un gruppo di picchiatori della destra estrema, nati e attivi sin da prima del Putsch di Monaco del 1923: le SA, ovvero le squadre di assalto, nate con l’intento di distruggere le sedi dei partiti di sinistra e poco per volta divenute un gruppo molto organizzato e compatto attorno al loro capo Rohm. Per paura dell’eccessivo potere dato in mano a costoro, anche la Wehrmacht, l’esercito regolare tedesco chiese a Hindenburg di limitare il loro potere.

Egli non risolse il problema, se ne fece carico Hitler, alla sua maniera: nel 1934, con la notte dei lunghi coltelli, circa 100 membri delle SA, tra cui Rohm, vennero uccisi e dunque il gruppo che poteva fare ombra al Fuhrer, il condottiero, venne smantellato.

Alla morte di Hindenburg, nel 1934, Hitler divenne anche Presidente della Repubblica. Con questi nuovi poteri, egli diede vita al Terzo Impero (il terzo Reich), obbligando a sottomettersi a lui anche i generali dell’esercito regolare, da sempre molto autonomi rispetto al potere politico.

Come Mussolini, Hitler puntò sulla società di massa: organizzò raduni (soprattutto a Norimberga) e strutturò una serie di organismi che formassero i giovani nel culto del capo supremo (La gioventù hitleriana, Hitlerjugend).

Progressivamente, Hitler ebbe modo di avere un vasto seguito popolare e di condizionare la gente al rispetto delle idee esposte nel libro Mein Kampf  del 1925: odio verso gli slavi, odio verso gli ebrei. Per due motivi: gli slavi occupavano parte dei territori abitati dai tedeschi e tolti loro dalla pace di Parigi (Polonia, Cecoslovacchia), gli ebrei (circa 500.000 su 60 milioni di abitanti) erano invece una razza inferiore, di traditori, di profittatori.

Nel 1935 fece approvare il pacchetto delle leggi di Norimberga, con le quali toglieva diritti civili agli ebrei (che da quel momento ebbero minori diritti civili rispetto agli ariani). Chi poteva scappava dalla Germania, lasciando i suoi averi nelle mani del partito nazista.

Altra manifestazione apertamente antisemita fu la Notte dei cristalli, del 1938, nella quale le vetrine dei negozianti ebrei vennero distrutte, ebrei furono arrestati e picchiati sino alla morte, le sinagoghe bruciate. Fu un vero e proprio pogrom di Stato (una devastazione delle proprietà ebraiche permessa dallo Stato, come avveniva ordinariamente anche in URSS e in Polonia).

Per controllare il paese (uniche sacche di resistenza al potere hitleriano in Germania erano costituiti da pochi cattolici, pochi luterani e un gruppo di militari regolari scontenti, che idearono l’attentato fallito al Fuhrer del 1944), Hitler organizzò , come polizia segreta, la Gestapo, che insieme alle sue guardie del corpo (SS) dovevano controllare la vita pubblica e privata dei tedeschi, per evitare insurrezioni o critiche al capo supremo.

In campo economico, dopo la grande crisi  e l’enorme disoccupazione del 1929-1932, la Germania riprese a crescere con enormi investimenti nei seguenti campi:

  1. Armamenti
  2. Trasporti (il sistema autostradale tedesco)
  3. Pubblica amministrazione (burocrazia)

Il riarmo permise a Hitler di disporre, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, nel 1939, di un esercito aggiornatissimo, con mezzi per lo più nuovi di zecca.

Con questo regime di spesa, che coinvolgeva moltissimo lo Stato, Hitler copiò Roosevelt e il suo New Deal, facendo intervenire lo stato nell’organizzazione dell’economia tedesca con grandi investimenti di denaro per evitare che il numero dei disoccupati salisse e che quindi il nazismo perdesse consensi.

Già dal 1935 i vincitori della Prima guerra mondiale sapevano del riarmo di Hitler. Si convocarono a Stresa Italia, Francia, GB per parlarne e per condannarla. Però, subito dopo (tra 1935 e 1936) Mussolini prese l’Etiopia e sfaldò il fronte con Francia e GB, avvicinandosi moltissimo a Hitler. Ciò avvenne nel nome del comune odio, fascista e nazista, contro i comunisti russi, che Hitler voleva distruggere ad ogni costo.

Nel 1936, simbolo della lotta contro le sinistre di Hitler e Mussolini, scoppiò la guerra civile spagnola, nella quale si combatterono i membri del fronte nazionale delle sinistre (aiutati dall’URSS) e l’esercito guidato dal generale di destra Francisco Franco (supportato da Italia e Germania). Dopo tre anni di guerra, vinsero le destre e Franco divenne dittatore (morendo poi, con lo stesso ruolo, nel 1974). Una grande prova di forza soprattutto della nuova aviazione tedesca.

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