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Il “Secretum” di Francesco Petrarca (1342-55)

L’opera venne scritta all’incirca negli anni in cui nasceva a Petrarca la seconda figlia Francesca, verso il 1342, poi ripresa più volte in seguito.

Nell’opera assistiamo allo sdoppiamento dell’io di Petrarca: da un lato abbiamo Francesco, l’uomo che ama Laura, che dice che senza di lei lui non vivrebbe, che è stata lei a portarlo ad un livello così elevato di notorietà letteraria. Laura ha sollevato Francesco dalla sua nullità , dalle stupidaggini della giovinezza e lo ha spinto a mirare più in alto.

Nello stralcio dal Secretum di p. 302, si legge che, secondo Francesco, Laura non ha mai trovato qualcuno che la potesse criticare, tutti la veneravano per le sue azioni. Petrarca desiderava di piacere a una donna tanto piacevole per tutti, provandoci in ogni modo, con grande impiego di tempo e di fatica. Laura ha sollevato Francesco dal popolo, lo ha reso migliore: adesso tu Agostino mi chiedi di dimenticarla?

Agostino è molto arrabbiato con Francesco per queste parole: secondo lui, Francesco ha sino ad ora detto il falso. Non è vero che è stata lei a renderti l’autore poetico che sei diventato oggi, però è vero che tu avresti potuto essere un’altra persona, se non l’avessi seguita tanto da vicino.

Tu sei così bravo e famoso solo per le virtù della tua nascita, non per altro motivo. Lei, Laura, ti ha tolto ogni possibilità di migliorarti. Tu hai desiderato la sua bellezza, ma lei ti ha condotto su una strada più brutta. Ti ha inferto una ferita mortale, impedendoti di guardare al cielo.

Lei ti ha legato a se stessa, ti ha costretto a considerare solo lei, allontanandoti dal popolo: sei diventato insopportabile per gli altri.

Per Agostino, Laura ha allontanato Francesco dall’amore di Dio, piegandolo all’amore terreno.

Francesco reagisce e spiega che, grazie a Lei, lui ha potuto amare meglio Dio.

Errore gravissimo, per Agostino: ogni uomo va amato in quanto è stato creato da Dio, tu hai amato Laura solo per la sua bellezza; hai invertito il giusto rapporto tra Dio e l’uomo, partendo da Laura.

Però, risponde Francesco, io non l’ho amata solo perché era bella. Ho continuato a farlo anche quando, da matura e poi da anziana aveva perso la sua bellezza giovanile. Il suo animo, con l’età, è diventato ancora più bello.

Agostino, tira una stoccata a Francesco: tu l’avresti amata così tanto se fosse stata brutta?

Francesco dice che l’avrebbe fatto, ma Agostino non ci crede. La passione di Francesco è stata anzitutto di natura fisica, poi mentale.

Francesco allora ammette che ha amato tanto l’animo quanto il corpo. Senza alcuna moderazione, conclude Agostino.

Il dialogo termina qui: si vede benissimo che lo scontro, allegorico, tra Agostino e Francesco è quello tra cielo e terra. Dio non va mai amato attraverso le sue creature: sono corpi, ciò espone al peccato.

La spiegazione è tratta dal passo dell’antologia di terza che si trova alle pp. 301-304.

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