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Differenze tra flusso di coscienza e monologo interiore (Joyce e Svevo)

FLUSSO DI COSCIENZA: Un pensiero, uno stimolo, un incontro, un caso fanno nascere
legami spontanei di idee, magari diversissime tra loro. Queste idee sono collegate o da
punti oppure, come avviene in alcune pagine del libro Ulisse di James Joyce (pubblicato
nel 1922, uno dei più importanti e sperimentali della letteratura del Novecento), non sono
collegate da nulla, parole e pensieri in piena libertà. Il risultato pratico è sempre lo stesso:
non c’è alcuna tenuta logica, nessuna necessità argomentativa.

Esempio da Ulisse:

Leopold Bloom, il protagonista, esamina e giudica una ragazza di bell’aspetto che, mentre va via, ha attirato la sua attenzione (citazione tratta dall’edizione pubblicata a Roma, Newton Compton, 2012, p. 364).
Le idee che il brano contiene sono, in sintesi: 1-analisi del difetto fisico della ragazza
incontrata; 2-solitudine della ragazza; 3-bell’aspetto fisico della ragazza; 4-Mr. Bloom ne è
attratto; 5- è una ragazza diversa ma raffinata; 6- però è nervosa; 7- Mr. Bloom ha mal di
testa; 8-non trova più una lettera nella sua tasca.

Stivali stretti? No! E’ zoppa! O!
Mr. Bloom la guardò andarsene zoppicando. Povera ragazza! Ecco perché la lasciano in
disparte mentre le altre corrono. Avevo notato qualcosa di strano nel suo aspetto. La bella
abbandonata. Un difetto è dieci volte peggio in una donna. Ma le rende gentili. Meno male
che non lo sapevo mentre si metteva in mostra. Comunque che diavoletto capriccioso.
Non mi spiacerebbe. Curioso come per una monaca o una nera o una ragazza con gli
occhiali. La strabica è raffinata. Sta quasi per avere le sue cose, penso, le rende
pruriginose. Che mal di testa oggi. Dove ho messo la lettera? Sì, giusto.

MONOLOGO INTERIORE: i pensieri del personaggio si sviluppano, ora in terza ora in
prima persona, in un modo che sembrerebbe libero e spontaneo, senza legami logici, ma
si coglie che, dietro di essi, c’è il controllo logico dell’autore (che vuole portare il suo
personaggio a parlare di qualche tema: ad esempio, nelle righe seguenti, l’inutile tentativo
che il dott. S, suggerisce a Zeno di attuare perché si concentri sul suo passato).

Esempio da La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923):

Ieri avevo tentato il massimo abbandono.
L’esperimento finì nel sonno più profondo e non ne ebbi altro risultato che un grande
ristoro e la sensazione di aver visto durante quel sonno qualche cosa di importante. Mercé
la matita, che ho in mano, resto desto, oggi. Vedo, intravvedo delle immagini bizzarre che
non possono avere nessuna relazione col mio passato: una locomotiva che sbuffa in salita
trascinando delle innumerevoli vetture; chissà donde venga e dove vada, e perché sia
capitata qui!

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