La pianta del caffè è originaria dell’Etiopia, appartiene alla famiglia delle Rubiaceae.
E’ una pianta sempreverde e supera il metro e mezzo di altezza. I fusti sono generalmente piuttosto esili, mentre i fiori sono bianchi ed emanano un profumo dolce molto gradevole. Dopo la fioritura, della durata di circa due giorni, si hanno i frutti, che inizialmente sono giallo-verde e poi, a distanza di pochi mesi, giungono a maturazione fino a divenire delle bacche lucide rosse.
Anticamente, infatti, dalla pianta del caffè non si ricava una bevanda ma bensì un alimento. Lo consumavano come il pane, frantumavano le bacche e lo impastavano con grasso e sale per poi cuocerlo. Guerre e conquiste fecero diffondere la pianta del caffè fino all’arabia dove verso la fine del 400 si estendeva per tutta la penisola.
Esistono due principali tipi di caffè: arabica e robusta. La differenza più evidente è la forma del chicco, quello dell’arabica è quasi ovale con un solco sinuoso mentre il chicco del robusta ha chicchi tondeggianti con un solco dritto.
La differenza sostanziale è però nel caffè “in tazza”, quello ricavato dall’arabica ha gusto meno amaro di quello ricavato dalla specie robusta. Anche il contenuto di caffeina dell’arabica è inferiore e varia dall’1,2 all’1,7%, mentre nella robusta è intorno al 2-4 per cento.
Il sistema più diffuso per coltivare la pianta del caffè è la semina, l’arabica deve essere coltivata tra i 900 e i 2000 metri mentre la robusta va coltivata tra i 200 e i 600 metri.
La pianta raggiunge tra gli 8 e i 10 metri di altezza.
Roberto Bianchi
Lavoro, sufficiente ma un po’ di corsa. Capisco che con questi tempi in cui bisogna stare in casa, forse aveva fretta di andare da qualche parte, ma poteva dedicarci un po’ di tempo in più.
Mi scriva anche chi è, altrimenti non riesco ad associare il compito