All’amico Mario
È un mattino di silenzio.
Entro a scuola trascinandomi.
Poi mentre cerco di svegliarmi
entra Mario e accende la luce.
Cominciano le elucubrazioni.
Si discorre di Abelardo
della la sua logica stringente
Del suo doloroso amore per Eloisa,
delle loro infelici lettere d’amore.
Si discetta di Trilaterale,
si argomenta sul pensiero di Bauman.
E puntualmente lui
sovra li altri com’ aquila vola
con la sua vasta erudizione.
Il mio intelletto,
che a tratti vive
come sonnacchioso felino nella savana,
coglie il riverbero di conoscenza
e corre come gazzella senza sosta,
s’alza in volo come il falco pellegrino.