Una seconda simulazione di tema argomentativo di natura letteraria

Per costituire un blocco di materiali utili per le esercitazioni in classe e a casa, pubblico qui un secondo tema argomentativo dedicato al primo Novecento, utile per gli studenti delle classi quinte.

Buona lettura e buon lavoro!

Traccia e documenti

La scrittura, con il suo valore di comunicazione sociale e/o di riflessione personale, è una delle azioni con cui meglio gli autori del primo Novecento hanno voluto evidenziare la crisi interiore dell’uomo europeo di quel periodo storico.

Utilizza i seguenti stralci da poesie e romanzi di quell’epoca per illustrare in modo motivato i seguenti punti:

  1. Che senso ha scrivere in un’epoca in cui le persone sono sempre più sole, inette, inattendibili, incapaci di trovare il perché delle loro esistenze?
  2. Quali tipi di scrittura ci propone la letteratura italiana di primo Novecento (memorialistica, autobiografica, giornalistica, poetica ecc.)? Chi scrive, a quei tempi, e perché lo fa? Scrivere lo rende migliore oppure no?
  3. Che valore ha, per il singolo prima che per la collettività, scrivere un articolo giornalistico, una poesia sulla Natura o i propri problemi interiori? La scrittura rende ricchi? La scrittura aiuta oppure no a stare meglio chi la pratica?

Documento 1

La sera fiesolana da Alcyone di Gabriele D’Annunzio (1902)

Io ti dirò verso quali reami
       d’amor ci chiami il fiume, le cui fonti
       eterne a l’ombra de gli antichi rami
       parlano nel mistero sacro dei monti;
       e ti dirò per qual segreto
le colline su i limpidi orizzonti
       s’incùrvino come labbra che un divieto
       chiuda, e perché la volontà di dire
       le faccia belle
       oltre ogni uman desire

Documento 2

Totò Merumeni, di Guido Gozzano (1911)

Non ricco, giunta l’ora di “vender parolette”
(il suo Petrarca!…) e farsi baratto o gazzettiere,
Totò scelse l’esilio. E in libertà riflette
ai suoi trascorsi che sarà bello tacere. […]

Ma come le ruine che già seppero il fuoco
esprimono i giaggioli dai bei vividi fiori,
quell’anima riarsa esprime a poco a poco
una fiorita d’esili versi consolatori…

Documento 3

Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti (1909)

Ma noi non vogliamo più saperne, del passato, noi, giovani e forti futuristi!

E vengano dunque, gli allegri incendiarii dalle dita carbonizzate! Eccoli! Eccoli!…

Suvvia! date fuoco agli scaffali delle biblioteche!… Sviate il corso dei canali, per inondare i musei!…

Documento 4

La coscienza di Zeno, di Italo Svevo (1923)

Debbo qui scusarmi per avere indotto il mio paziente a scrivere la sua autobiografia; gli studiosi di psico-analisi arricceranno il naso a tanta novità. Ma egli era vecchio ed io sperai che in tale rievocazione il suo passato si rinverdisse, che l’autobiografia fosse un buon preludio alla psico-analisi. Oggi ancora la mia idea mi pare buona perché mi ha dato dei risultati insperati, che sarebbero stati maggiori se il malato sul più bello non si fosse sottratto alla cura truffandomi del frutto della mia lunga paziente analisi di queste memorie. Le pubblico per vendetta e spero che gli dispiaccia. Sappia ch’io sono pronto di dividere con lui i lauti onorarii che ricaverò da questa pubblicazione a patto che egli riprenda la cura. Sembrava tanto curioso di se stesso! Se sapesse quante sorprese potrebbero risultargli dal commento delle tante verità o bugie ch’egli ha qui accumulate…!

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