Per non dimenticare, ciò che avvenne, e tutt’ora, sotto altre forme, avviene

AI PICCOLI FIGLI DI DAVID

Se ti avessero detto,
piccolo figlio di David
che le nubi potevano essere materia viva
e il fuoco, l’ultimo saluto pietoso
di questo mondo,
che la pace non sarebbe giunta neanche
col sacrificio di te
e dei tuoi cari,
avesti concesso il perdono
ad anime inconsapevoli
di sé e dell’Amore?


Con dignità sei salito al cielo
con l’innocenza dei puri,
nel cuore la sorpresa
che non esiste solo il bene.

 

(In omaggio alle giovani vittime dei lager, o di abominevoli azioni,

in un tempo passato prossimo e presente )

Silvia Maria Calliero

 

5 Commenti

  1. Ciao Silvia, molto bella la poesia. Concordo con te quando dici che, sotto altre forme, ancora le discriminazioni fanno parte del nostro presente.
    “guarda sempre il cielo e non odiare mai nessuno”
    frase della madre rivolta al figlio nel film “Jona che visse nella balena”

    1. Certo, Giuseppe, non odiare mai nessuno…però mi trovo a constatare, dicendola alla Guccini: “E ancora tuona il cannone, ancora non è contento/di sangue la belva umana, e ancora ci porta il vento”. Forse aveva proprio ragione il buon Francesco, quando cantava “Dio è morto”. Probabilmente non era solo una bella canzone di tendenza sessantottina… Denunciamo, denunciamo…ricordiamo…ricordiamo, da qualche parte, prima o poi, si andrà. E speriamo, non all’Inferno…

  2. Avevo 14 o 15 anni ed ero in viaggio di studio in Germania dell’Est con altri coetanei.

    Un giorno ci portarono a visitare il campo di concentramento di Ravensbrück.

    Forse non il più famoso, ma quì non si tratta di posti di villeggiatura. Un campo dimenticato, questo di Ravensbrück, a nord di Berlino.

    Forse perché era un campo per donne. Si dice che dal ’39 al ’45 passarono di qui 130 mila donne e ne furono uccise 50 mila.

    Quel giorno capii il significato di molte parole che avevo sentito ma mai provato.

    È vero i posti assorbono le emozioni e poi le trasmettono a chi sa ascoltare.

    Vedere e capire valgono un milione di parole. Bisognerebbe, una volta nella vita, visitare luoghi come questi.

    Ma quelli nazisti non furono i primi e neanche gli ultimi luoghi di sofferenza umana.

    E io che sono un pessimista, penso che a ruoli invertiti non sarebbe cambiato nulla.

    L’uomo non impara dai suoi sbagli.

    1. Credo tu abbia ragione, Roberto. Quando l’uomo non sbaglia, è perché non ha più trovato occasioni per farlo.Quando l’uomo non uccide, non ferisce, non critica, non calunnia…etc…etc…è perché è in grado di mantenersi lucido e armonico,per brevi o lunghi periodi; oppure, non ha occasioni per farlo Purtroppo la storia insegna di come si sia fatto guerra,si sia oltraggiaato e violentato il fratello per i più assurdi motivi, o di come si sia riusciti a evitare la guerra. E l’uomo rimane per l’uomo, “lupo”…come i latini già compresero in tempi remoti.

  3. Credo tu abbia ragione, Roberto. Quando l’uomo non sbaglia, è perché non ha più trovato occasioni per farlo. Quando l’uomo non uccide, non ferisce, non critica, non calunnia…etc…etc…è perché è in grado di mantenersi miracolosamente lucido,per brevi o lunghi periodi; oppure, non ha avuto occasioni per farlo. Purtroppo la storia insegna di come si sia fatta guerra,si sia oltraggiato e violentato il fratello per i più assurdi motivi; o di come si sia riusciti a evitarlo. E l’uomo rimane per l’uomo, “lupo”…come i latini già compresero in tempi remoti.

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