volto di donna tra gocce d'acqua

Omaggio alla donna

“La Gioconda”, detta Monna Lisa di Leonardo Da Vinci (Louvre, Paris)

Questa poesia la vorrei dedicare alle innumerevoli vittime di femminicidio.

Voglio pensare che forse proprio l’essere “donna”, perciò “diversa” dall’uomo, che per tradizione, dunque per istinto e attitudine, è portato a sentirsi attivo e predominante, l’abbia relegata spesso a ruoli marginali,  pur ricoprendo le stesse cariche dell’uomo e, alla peggio, l’abbia portata ad essere bistrattata, violata, e nei casi peggiori, anche uccisa.

Voglio pensare, per non considerare solo la parte brutale e luttuosa, e certamente la più vera, che proprio l’eccezionalità dell'”essere femminile” (indipendentemente dal sesso), possa aver costituito il motivo di una sorta di “invidia degli dei”. L’uomo. che si avverte inferiore davanti a tanta “bellezza”, proprio per la strabordante ed eccessiva ammirazione della femminilità, è arrivato a desiderare di punire la donna, novella Eva e dunque anche portata e adatta al peccato, fino a procurarne l’annullamento, prima nella limitazione di funzioni, poi anche ad annientarla con la morte.

D’altronde la donna, a differenza del ruolo subalterno che ha sempre avuto nella storia, è sempre stata la “Regina” nell’immaginario maschile (e non solo maschile..,): nell’antica Grecia  fu l’ispiratrice di grandi passioni, ma anche madre e moglie fedele; nel medioevo fu la Donna Pietra del Dolce Stil Novo, crudele ed altera, ma anche essere divino, come Beatrice di Dante; nella letteratura più recente fu addirittura Natura, immessa e confusa con essa, come l‘Hermione di D’Annunzio; fu in tutta  la letteratura ispiratrice di canti di mille innumerevoli poeti, così tanti che non si possono citare…

Per questo, alle tante donne uccise per mano di uomini, mi sento di dedicare parole, che non leniranno certo il dolore procurato ai familiari e al mondo intero, con loro, ma desiderano rendere loro “onore” e  cantare la loro”grandezza”: quella eccezionalità che nessuna mano d’uomo potrà mai cancellare.

Perché dall’immaginario l’eccezionalità del “femminino” -femminilità come essenza, quindi anche insita negli uomini-, ha ormai attecchito nel mondo.

DONNA

Donna, che preghi in ginocchio
sognando di percorsi infiniti
sulle strade del tempo,
con passi lenti
per godere meglio del cuore
con passi veloci
per sfuggire al vento
che scompiglia i pensieri.

Donna,
dolce delirio dell’anima
che rinneghi ogni duro dolore
ogni pugnale ricevuto in petto,
trasformando il sangue rosso
in dolce vino che inebria,
dipingendo su vecchi sacchi di iuta
meraviglia di ricami
come fosse organza.

Donna, pietra di luce diamantina,
sei il trionfo dei sensi
del sogno, dei pensieri
di un amore che esiste
da quando emettesti il primo vagito.

Donna, figlia d’ un cielo ingeneroso,
che abbellisci il mondo di profumati pensieri,
come fiori che costellano i giorni,
come stelle che sbocciano oltre le nuvole

Mai, Donna,
la terra rinuncerà al tuo sorriso.
Né mai ci sarà uomo
Che del tuo respiro
smetterà di desiderare
il suono.

(Silvia Maria Calliero)

2 Commenti

  1. Che bella poesia, su un problema che fa pensare a quali possano essere i motivi che spingono alcune persone a compiere azioni così insane.

    Spesso vittime e carnefici si sono anche promessi amore eterno ed hanno condiviso esperienze comuni significative.

    Come è difficile vivere, soprattutto quando si perdono lucidità e obiettivi.
    Grazie Silvia

    1. Grazie a te di aver apprezzato. Questo problema mi tocca molto, forse perché lo collego a qualsiasi sopruso possa subire la donna, emblema di sensibilità e delicatezza; come nel mondo capita spesso che la sensibilità e la delicatezza possano essere d’istinto prese a calci perché scambiate per debolezza e ingenuità. Quando, invece, spesso sono elementi distintivi di anime nobile, che per essere accettate dal mondo si pongono in un cantuccio, ben sapendo di non poter far breccia ed essere capite, in un mondo dove prevale l’apparenza, la brutalità e dove la capacità di ferire viene scambiata per forza. Plauso allora alla donna, e a chiunque abbia quei tratti di gentilezza che non fanno rumore, ma che rendono nobile la loro essenza. E grazie a te, Roberto.
      Un saluto
      Silvia

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