DIALOGO di una viaggiatrice per il mondo, alla ricerca della sua CASA. (parte 1- DELIRIO)

Ricordo,

Ma cosa? se non rincorro la stella del mio tempo. Riguardo, e rimiro.

Tutte forme indefinite nella finitezza mi circondano. Dov’è la mia casa, dov’è la mia strada? Tracce qua e là, profumi leggiadri di tattile consistenza mi ricordano che devo provare. Ma le risposte sono dure rocce sulla mia fronte, e il rimbombo mi impedisce il pensiero. Acqua, terra, cielo,

Dove, dove, dove la mia strada troverà accoglienza e traccerà un solco? Nella scia di spuma biancheggiante, fiduciosa, mi adagerò sui guanciali delle onde? O sulla terra m’appiglierò piantando radici vieppiù profonde; penetrata e penetrante? Forse il cielo è mia dimora; quel cielo etereo come il mio reale viso, il viso invisibile e lucente nascosto nell’involucro apprestato per la festa terrena?
Devo, devo, devo. Devo capire come. Trascinare lenti passi e compiacere il mondo avvezzo al dolore, che del nostro dolore si nutre, avido di sangue, è misera soddisfazione. Essere altro più dell’apparirlo. Questo è necessario.

Altro anche a se stessi. E’ così che si confonde la propria vita con la propria morte, i propri sogni con la realtà del vissuto materiale. E’ dunque così che ci si può riconciliare con se stessi, dichiarando guerra al mondo, inconsapevole tiranno, condottiero di battaglie dove noi siamo gli odiati nemici. Senza volerlo lui ci distrugge, distrugge come ruggine il metallo lucente che, imbrattato, più non riflette il raggio divino del sole. Che non dialoga più con il chiarore della Luna rispondendo al cielo con raggi-folgori di passione. Sì, sì. Luce, luce ci può salvare. In essa sono tutti i colori vividi delle nostre passioni tormentate, sfumature fluorescenti dello spirito; in essa tutti i profumi miracolosamente visibili che serpeggiano nell’aura trasformandosi, repentini, in suoni azzurri della mente. Ma giungon le saette, quelle folgori impietose verso il fiore della mia anima, che atterriscono ed atterrano fino ad incenerirlo. Non potranno! Non così!

2 Commenti

  1. Wow!! Pensavo di essere un sognatore ma in confronto a te sono un neonato. Aspetto di leggere la parte 2 e le altre, se ci sono, per avere la comprensione del delirio che ci accomuna.

  2. Ahahahah, non farmi un complimento simile…forse, nonostante l’età non ancora pensionabile, sto semplicemente dando segni di follia. E speriamo che sia follia buona; di quelle follie che sanno creare e portare utili apporti al mondo. Arriveranno presto le altre puntate…perché un delirio, non ha mai fine….
    Grazie delll’apprezzamento, Collega caro .

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