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La storia del caffè

pubblicato in: Seconda

Di Franceschini Ilaria

La storia del  caffè

Il caffè è una pianta tropicale che è nata a Caffa in Etiopia. Il frutto è costituito da una piccola drupa delle dimensioni di una ciliegia che, raggiunta la maturazione ha un colore rosso-nerastro. All’interno ha due semi disposti l’uno di fronte all’altro, mentre la parte convessa è rivolta verso l’esterno.

Anticamente, in quelle regioni, dalla lavorazione delle bacche non si ricavava una bevanda ma un alimento. I semi venivano frantumati, impastati con grasso e sale e l’impasto ottenuto, diviso in pezzi, era cotto e consumato come pane.

La pianta del caffè è conosciuta dalle popolazioni arabe, fin da prima del Mille. Furono le guerre, le conquiste e le invasioni a diffonderne l’uso e, intorno al XIV secolo, attraverso l’Egitto, giunse in Arabia, dove fu coltivato.

Verso la fine del ‘400 le piantagioni si estendevano su tutta la penisola Araba e il caffè era una delle tante merci, oggetto di scambio con gli altri Paesi del Medio Oriente.

Il caffè, come bevanda, inizia a diffondersi intorno al XIV secolo, periodo in cui gli arabi cominciarono a tostare i semi della pianta per ottenerne una bevanda. Due secoli più tardi, all’inizio del Seicento, il caffè era la bevanda più diffusa dell’Islam.

Furono, infine, i turchi, attraverso le conquiste e l’espansione dell’Impero Ottomano, a completare la diffusione del “vino dell’Islam”, così veniva chiamata la bevanda in tutto il Medio Oriente, e fu sempre grazie ai turchi che gli europei, intorno alla seconda metà del Cinquecento, cominciarono a sentire il profumo del caffè.

Nel 1554 due mercanti, Hakim di Aleppo e Gems di Damasco, aprirono a Costantinopoli le prime due case del caffè chiamate kahweh-kanes. Questi erano locali pubblici dove si somministrava l’infuso di caffè e furono gli antenati di tutte le caffetterie moderne.

In queste prime “caffetterie” nacque anche lo spirito del caffè inteso, non solo come bevanda, ma anche come luogo per scambi culturali ed economici e per attività di svago.

I primi incontri degli europei con il caffè avvennero sul finire del ‘500. Nel 1585 Gian Francesco Morosini ha modo di assaggiare il caffè e di descrivere l’usanza dei turchi:

“Di bere un’acqua negra bollente, che si chiama cavèe”.

Ma fu Prospero Alpini un botanico padovano, a portare con se dall’Egitto alcuni sacchi di caffè avendo scoperto l’uso fra gli Arabi di una bevanda rara e molto aromatica, ricavata da semi di caffè abbrustoliti e macinati.

Il caffè si diffuse in tutta Europa nella seconda metà del ‘600 e vennero aperte le prime botteghe del caffè nelle capitali e nelle principali città d’Europa.

A Venezia il caffè cominciò ad arrivare, anche se in quantità modeste, già verso la fine del ‘500 grazie al medico e botanico Prospero Alpini. In quegli anni, comunque, il caffè era considerato più un medicinale che una bevanda. Le qualità del caffè furono però così apprezzate dai veneziani che in breve tempo si trasformò, da medicinale stimolante, a piacere del palato. La prima bottega del caffè fu aperta in Piazza San Marco nel 1683.

Il caffè fu introdotto in Francia nel 1644 e il primo caffè fu aperto a Marsiglia nel 1671.

Il caffè cominciò così ad essere conosciuto dalla nobiltà e arrivò in breve tempo alla Corte del Re Sole, Luigi XIV. Il caffè in Francia divenne veramente popolare nel 1702.

In quell’anno un siciliano, Francesco Procopio dei Coltelli, aprì a Parigi, di fronte al Thèâtre Franςais, il “Cafè Procope”. Qualche decennio dopo i caffè attivi a Parigi erano più di 300.

Gli austriaci conobbero il caffè nel 1683. In quell’anno l’esercito turco dovette ripiegare e rinunciare all’assedio di Vienna e durante il ritiro frettoloso delle truppe turche furono abbondonati merci e generi di conforto tra cui molti sacchi di caffè.

Fu Daniel Edwards ad introdurre il caffè in Inghilterra, aprendo nel 1652 il primo caffè di Londra il “Michael Alley”. Qualche decennio più tardi le coffee houses in attività a Londra erano circa 3000.

Fino alla fine del XVII secolo il caffè era un bene saldamente in mano agli arabi, e siccome erano gli unici a coltivarlo, e tali volevano restare, ne custodivano gelosamente le piantagioni. Il monopolio arabo fu però interrotto dalle grandi compagnie di commercianti e dai riusciti tentativi, da parte di queste, di impadronirsi dei semi della pianta.

Il primo furto d’alcuni semi di caffè; avvenne per opera di Bada Budan. Questo pellegrino indù riuscì a sottrarre alcuni chicchi della pianta con i quali iniziò la prima coltivazione di caffè nel Malabar, in India.

Gli olandesi nel 1690 riuscirono a prendere una pianta di caffè da una piantagione situata nelle vicinanze di Moka. Da questa pianta formarono estese e numerose piantagioni nei loro possedimenti a Batavia, Giava, Ceylon, Surinam e nella Guiana olandese. Le piante di caffè acclimatate nei giardini botanici di Amsterdam, furono offerte dagli olandesi ai giardini botanici di Parigi, Londra e Lipsia, e ai giardini italiani di Pisa e Padova.

In questi giardini il caffè fu inizialmente coltivato come pianta ornamentale e come curiosità botanica, ma non appena le monarchie coloniali compresero l’enorme potenzialità economica del commercio d el caffè cominciarono ad acclimatare la pianta e ad avviare estese piantagioni, nei territori dell’America Meridionale e Centrale.

La scoperta dell’America per il caffè avvenne nel 1723, quando il francese Gabriele de Clieu, riuscì a portare a Martinica una delle quattro piante coltivate nel giardino botanico di Parigi.

Da questa prima pianta nacquero tutte le piantagioni di Guadalupa, Santo Domingo, Guiana, Antille e di tutte le altre colonie francesi. Gli inglesi nel 1728, con una pianta proveniente da Ceylon, diedero inizio in Giamaica alla loro prima piantagione di caffè.

Il caffè arrivò in Brasile nel 1727, grazie a Francisco de Melo Palheta, un militare brasiliano impegnato nella guerra tra Guiana francese e inglese.

In Colombia il caffè fu introdotto dai gesuiti tra il 1730 e il 1732, e tra il 1740 e il 1780 si diffuse nel resto dell’America Centrale e nei Caribi.

Dal 1800 ad oggi il caffè si è quindi diffuso in tutto il mondo ed il suo commercio è dipeso sempre dalla schivitù fino alla sua abolizione nel 1888.

Il caffè è una delle merci più scambiate insieme al petrolio e all’acciaio e negli anni è stato di interesse primario per l’economia mondiale ed è stato anche vittima di diversi accordi tra gli stati per deciderne la produzione ed il commercio.

Secondo le statistiche dell’International Coffee Organization, i maggiori produttori mondiali di caffè sono, in ‘ordine di importanza, il Brasile (che produce quasi un terzo del caffè nel mondo), il Vietnam, la Colombia e l’Indonesia. Seguono, con ordine variabile secondo le annate, Messico, Guatemala, Honduras, Perù, Etiopia, India.

Qui di seguito la ripartizione geografica mondiale della caffeicoltura: R-“robusta” (Coffea canephora in verde scuro); M-mista (“robusta” e Coffea arabica in verde chiaro); A-“arabica” in giallo.

  1. Roberto Bianchi
    | Rispondi

    Brava, Ilaria. Personalizza di più il contenuto cercando di usare le informazioni apprese per rivedere il testo che scrivi.

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