Ciccolato e impatto ambientale

La cioccolata è tra gli alimenti più amati al mondo. Il più delle volte però non ci pensiamo ma il cioccolato non ha solo un impatto economico ma anche ambientale, la sua produzione infatti non è sempre “pulita”né ecologica.

Un recente studio, condotto da ricercatori dell’Università di Manchester, ha esaminato l’impronta di carbonio e in generale l’impatto ambientale del cioccolato arrivando a risultati non certo positivi.. Nel Regno Unito le persone consumano in media 8 kg di cioccolato l’anno ma a quale prezzo? Secondo lo studio, un chilogrammo di cioccolato richiede circa 10 mila litri di acqua per la produzione ed è responsabile di emissioni di CO2 comprese tra i 2.9 e i 4.2 kg. Lo studio stima che l’industria del cioccolato nel Regno Unito produca circa 2,1 milioni di tonnellate di gas serra (GHG) all’anno.

Questo è equivalente alle emissioni annuali di tutta la popolazione di una città grande come Belfast. cacao utilizzato da multinazionali come Mars, Mondelez e Nestlé sta mettendo seriamente a rischio la foresta pluviale della Costa d’Avorio. A denunciarlo è stato il Guardian che ha condotto un’inchiesta sulla deforestazione legata all’industria del cioccolato. 

Secondo il giornale britannico, l’industria del cioccolato di tutto il mondo sta guidando la deforestazione dell’Africa occidentale. I commercianti locali forniscono le multinazionali di cacao coltivato illegalmente all’interno di aree protette della Costa d’Avorio, dove la copertura della foresta pluviale è stata ridotta di oltre l’80% dal 1960. Il prodotto illegale viene miscelato con fave di cacao “pulite” nella catena di fornitura. Ciò significa che le barrette di Mars, i cioccolatini Ferrero Rocher, le barrette Milka e molte altre, potrebbero essere contaminate da cacao “sporco”.

Quasi il 40% del cacao del mondo proviene dalla Costa d’Avorio. Visitando il paese, i giornalisti del Guardian hanno visto le foreste pluviali con annesse piantagioni di cacao, hanno visitato i villaggi degli agricoltori che occupano parchi nazionali presumibilmente protetti, e hanno parlato anche con i funzionari delle forze dell’ordine locali, che spesso chiudono un occhio sulle infrazioni, sottolineando anche come i grandi marchi siano indifferenti alla provenienza del cacao. La quantità di cacao utilizzato nel cioccolato prodotto da Mars, Nestlé, Hershey, Godiva e altre società viene coltivata illegalmente nei parchi nazionali e in altri aree protette in Costa d’Avorio e Ghana.

Il rapporto documenta come in diversi parchi nazionali e in altre aree protette, il 90% o più della terra sia utilizzata per coltivare il cacao. In Costa d’Avorio la deforestazione ha spinto gli scimpanzé in poche piccole aree e ha ridotto la popolazione degli elefanti da diverse centinaia di migliaia a circa 200-400. Fino al 70% del cacao del mondo viene prodotto da 2 milioni di agricoltori in una cintura che si estende dalla Sierra Leone al Camerun, ma la Costa d’Avorio e il Ghana sono veri e propri giganti del settore, il primo e il secondo produttore mondiale.

Al tempo stesso sono anche le più grandi vittime della deforestazione. La Costa d’Avorio sta perdendo le sue foreste al tasso più veloce di qualsiasi altro paese africano: meno del 4% del paese è coperto dalla foresta pluviale. Una volta, tale percentuale era pari al 25%. Ma oltre alla deforestazione c’è il problema dello sfruttamento minorile infatti circa 2,1 milioni di minorenni sono  impiegati in Africa nella lavorazione del cacao.  Bambini che producono per altri bambini! Di i questi problemi si stanno occupando da tempo politici, paesi produttori di cacao e aziende, tre soggetti che avrebbero cominciato adesso a lavorare insieme per impedire che il cacao, cresciuto illegalmente sui terreni deforestati o quello coltivato dai bambini, entri nelle catene di approvvigionamento.

Di: Christian, Sofia, Tommaso, Irene, Franco

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