Il Mercato del Lavoro e delle Pensioni – Modulo 6

Il Mercato del Lavoro

Il lavoro è l’attività svolta dalle famiglie che offrono alle imprese le loro competenze ed energie al fine di produrre beni o servizio e, più in generale, di sviluppare l’economia della società. Come detto il lavoro si divide in intellettuale e manuale a seconda della prevalenza dello sforzo fisico o mentale.

Anche la domanda e l’offerta di lavoro sono regolate dal mercato. In tal senso il mercato del lavoro è l’insieme delle contrattazioni tra chi offre lavoro (i lavoratori) e chi lo domanda (gli imprenditori).

La caratteristica del mercato del lavoro sta nel fatto che si tratta di un monopolio bilaterale. Come visto in precedenza i monopoli bilaterali sono mercati dove esiste un unico offerente ed un unico richiedente. Per la precisione la domanda di lavoro è definita dagli imprenditori che, per il tramite dei loro sindacati, trattano con le organizzazioni rappresentative dei lavoratori.  

I risultati di queste contrattazioni sono i Contratti Collettivo Nazionale del Lavoro (Ccnl).

Esistono più Ccnl a seconda dell’ambito di lavoro (Ccnl scuola; Ccnl artigiani; Ccnl autotrasportatori ecc).

Nei vari Ccnl sono regolati aspetti come gli orari di lavoro, le ferie, la retribuzione minima, gli aumenti salariali.

I sindacati dei lavoratori maggiormente rappresentativi sono CGIL; CISL e UIL. La rappresentanza degli imprenditori più importante è invece la Confindustria.

Possiamo rappresentare il mercato del lavoro nel seguente modo:

Sulla base dei parametri definiti nei vari Ccnl i lavoratori ed i datori di lavoro stipulano i singoli contratti di lavoro. Con i contratti di lavoro individuali i lavoratori si obbligano a prestare attività lavorative a favore dei datori di lavoro in cambio di una retribuzione.

La retribuzione

Il principale argomento di confronto tra lavoratori e datori di lavoro è quello che riguarda la retribuzione cioè la paga ottenuta dal lavoratore in cambio della prestazione svolta.

I salari o gli stipendi dei lavoratori tendono a variare nel tempo a seconda dell’andamento del mercato del lavoro.

Al riguardo sia la domanda che l’offerta di lavoro sono oggetto di oscillazioni che dipendono da vari fattori.

Di preciso la Domanda di Lavoro da parte degli imprenditori varia:

  • A seconda del costo del lavoro. Se ad esempio il ricorso alla mano d’opera si rivela molto costoso per via della tassazione oppure perché il lavoratore è molto formato l’imprenditore tenderà ad assumere un numero inferiore di dipendenti. Viceversa, se il costo del lavoro si riduce, l’imprenditore sarà più disposto ad assumere.
  • In proporzione allo sviluppo tecnologico. Un paese con un alto sviluppo tecnologico tende ad utilizzare un maggior numero di macchinari e quindi a ricorrere a processi produttivi cosiddetti automatizzati. Come sarà facile comprendere maggior è il numero di macchine impiegate minore sarà il numero di lavoratori necessari alla produzione.

Di contro l’offerta di lavoro cioè l’insieme degli individui alla ricerca di un’occupazione dipende:

  • Dal dato demografico che definisce il numero di persone in età lavorativa presenti sul mercato (ad oggi in Italia dai 16 ai 68 anni).
  • Dalle condizioni salariali e di lavoro. Come è ovvio peggiori saranno le condizioni di lavoro e la retribuzione e minore sarà l’offerta d’altro canto migliore sarà la paga ed il contesto lavorativo e maggiore sarà la quantità di persone disposta a ricoprire quell’incarico.   Al riguardo teniamo inoltre presente che tutti i lavoratori, prima di accedere al mondo del lavoro, hanno dovuto affrontare un periodo di formazione e che la lunghezza e la difficoltà di tale percorso spingono gli individui a maturare delle aspettative relative al compenso ed alle condizioni di lavoro.

Un’altra distinzione che dobbiamo fare in merito alla retribuzione è quella che concerne il suo valore. A tal riguardo distinguiamo:

  • Il valore nominale della retribuzione che coincide con la cifra corrisposta al lavoratore;
  • Il valore  reale che rappresenta invece il potere d’acquisto che l’individuo matura in funzione della somma che gli è stata pagata (detto in altri termini il valore reale risponde alla domanda “quanti beni e servizi posso acquistare con i soldi che ho ottenuto come compenso dell’attività svolta?”)

Disoccupazione e piena occupazione

Con riguardo al mercato del lavoro ogni Stato mira ad ottenere la situazione che viene definita di piena occupazione. Si parla di piena occupazione quando tutte le persone in età lavorativa svolgono un’attività all’interno del Sistema Economico.

Al fine di ottenere la piena occupazione lo Stato decide spesso di intervenire in economia disponendo ad esempio la creazione opere pubbliche o di sgravi a favore delle imprese che assumono.   

Nonostante gli interventi dello Stato in Italia esiste un alto tasso di disoccupazione. Si parla di disoccupazione con riguardo a tutte quelle persone che, pur essendo in età lavorativa, non prendono parte al processo produttivo.

… In altre parole i disoccupati sono tutti quegli individui che non svolgono alcuna attività lavorativa e che non sono neanche alla ricerca di lavoro.

Un importante strumento per valutare l’incidenza della disoccupazione all’interno del sistema è il tasso di disoccupazione. Con il termine tasso di disoccupazione si intende il rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le corrispondenti forze di lavoro. 

La disoccupazione si divide in:

  • Volontaria: quando una persona, in età lavorativa, decide di non svolgere alcun’attività di lavoro.
  • Involontaria: quando la mancanza di un posto di lavoro non dipende da una scelta personale.

… Collegato alla disoccupazione è anche il fenomeno dei NEET (Not in Education, Employment or Training). Si tratta di quei giovani tra i 15 ed i 29 anni che non lavorano e non frequentano alcun corso d’istruzione. E’ questo un fenomeno molto complesso che comprende persone con un basso livello d’istruzione, donne ma anche stranieri pur istruiti ma che non hanno i requisiti per essere introdotti nel mercato del lavoro italiano.

Le Pensioni

In Italia l’età lavorativa si protrae fino ad un massimo di 68 anni. Raggiunto questo limite i cittadini maturano il diritto alla pensione.

La pensione è una rendita di cui il soggetto può beneficiare in forza dei contributi versati mentre era in età lavorativa. I contributi possono essere versati direttamente o tramite il proprio datore di lavoro, il versamento viene fatto a favore di un ente pensionistico o previdenziale.

Il più importante ente pensionistico in Italia è l’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) che gestisce un’ampia fetta della previdenza italiana raccoglie i soldi dei lavoratori e versando le pensioni  quando è raggiunta l’età prevista dalla legge.

Un’eccezione significativa in molti casi è quella dei liberi professionisti che non versano i contributi all’INPS ma alla propria Previdenza Professionale che è quindi il soggetto che si farà carico di pagare le pensioni. (es: previdenza dei medici; previdenza degli avvocati ecc).

Oggi, oltre alle pensioni ordinarie, i lavoratori possono ricorrere a degli strumenti integrativi quali i Piani Pensionistici Individuali  (PIP). In questo caso i cittadini si impegnano a versare un importo mensile fisso ottenendo in cambio il versamento di una rendita utile ad integrare la pensione una volta che sia stata raggiunta l’età pensionabile.

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