Un pezzo di “Prever” al 25 aprile di Piossasco
Riceviamo e pubblichiamo molto volentieri foto e commento alla manifestazione che si è svolta, lo scorso 25 aprile, nel Comune di Piossasco a cura di Manuel Barberio, della classe V E.
Quest’anno ho avuto la fortuna di essere un partecipante del Treno della memoria, un evento curato da un’associazione nata da Terra del Fuoco, la quale organizza viaggi che permettono ai ragazzi di tutta Italia di andare a visitare i luoghi in cui si sono svolti i maggiori crimini dell’Olocausto, nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
In occasione del 25 aprile 2018, in cui ricordiamo la Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo, noi ragazzi del Treno abbiamo preparato una piccola riflessione da portare lo stesso giorno alla Manifestazione nella cittadina di Piossasco, ovvero:
“La nostra riflessione vuole essere rivolta verso quella generazione che ha fallito sostenendo i valori fascisti, la soppressione violenta di ogni forma di opposizione, l’omologazione di tutti i cittadini nella società di massa.
A distanza di più di settant’anni dalla Liberazione viviamo in una società nella quale le disuguaglianze e la disparità sociale prevalgono, e la guerra è vista come un metodo di risoluzione delle dispute internazionali.
E’ ancora la generazione delle persone che sono qua oggi che deve avere il coraggio di caricarsi sulle spalle il peso di questa società nel ricordo di quella Resistenza che ha reso possibile la fine del Fascismo. Annullare le disuguaglianze significa credere nell’inclusione sociale di tutti gli individui con pari dignità.
E’ la nostra generazione che deve rendersi conto del suo ruolo chiave nella società. Primo Levi diceva, in relazione al sistematico sterminio degli ebrei e degli oppositori politici al Nazifascismo:
<<E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire>
E’ la nostra generazione che deve impedire che questo accada.
Manuel Barberio, V E
Grazie Manuel per questo contributo e per la riflessione che merita attenzione, visto che molti dicono: “l’uomo non impara dai propri errori”.