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La grande peste di metà Trecento e la Guerra dei cent’anni tra Francia e Inghilterra (1337-1453)

La crisi economica del Trecento (1300-1345 ca.) fu provocata da diverse cause:

  • Squilibrio tra popolazione e risorse: popolazione> risorse
  • le terre più fertili non vengono concimate, perché mancano gli investimenti sui terreni da parte dei feudatari,
  • si usano nuove terre da coltivare, che però sono molto meno fertili e non bastano per sfamare il popolo.

Attorno al 1310-20, gravi carestie attraversarono l’Europa ed esposero gli abitanti del continente a malattie cui non erano in grado di resistere, a causa dell’alimentazione scarsa o scadente. Ciò ridusse il numero della popolazione europea.

Ultimo periodo di crisi, in ordine di tempo, del XIV secolo fu la peste bubbonica del 1346-52: una strage arrivata tramite le pulci dei topi, che viaggiavano con loro sulle navi cargo dall’oriente a occidente (la prima città da cui partì, Caffa, sul mar Nero, era colonia dei mercanti genovesi, stazione di transito lungo la via della seta che collegava Europa a Cina).

Tragiche, le conseguenze della peste: circa 30 milioni di europei morirono (con tassi di mortalità addirittura del 40% in Inghilterra, che passò da poco meno di 4 milioni di abitanti nel 1347 a 2.300.000 nel 1375).

Questa pestilenza lasciò aperti alcuni problemi molto gravi:

  • PROBLEMA 1: La morte di molti causa l’abbandono di numerose terre e lo spostamento delle persone verso le città. Questa concentrazione di persone produce forti contrasti sociali tra la nobiltà, che all’epoca era la prima classe sociale, borghesi e popolani.
  • PROBLEMA 2: si generò uno squilibrio tra esigenze finanziarie, ovvero i capitali da investire, e la circolazione della moneta. Gli affari stavano espandendosi dopo la crisi economica del 1320-1330, ma le monete d’oro e d’argento non bastavano per le compravendite e gli investimenti. I grandi stati allora ridussero il metallo prezioso che componeva le monete e ciò portò a numerosi problemi economici (valore nominale< valore effettivo).

I grandi gruppi sociali, addirittura le monarchie, non riuscirono più a ripagare i loro creditori. Per questo fallirono, come il Re di Sicilia e di Inghilterra, portando con sé alla miseria le grandi famiglie di banchieri, (come ad esempio successe ai Bardi di Firenze nel 1346, subito prima della grande peste).

L’aristocrazia andò in crisi e venne sostituita, nella produzione di ricchezza, dalla borghesia.

Le tensioni sociali salirono alle stelle e nelle città e nelle campagne, in Italia e in Francia, scoppiarono rivolte contro i nobili e contro le tasse: in Francia, la prima di esse, si chiamò Jacqueries, dal nome Jacques, tipico del contadino qualunque, che ormai voleva ribellarsi ad uno sfruttamento eccessivo del suo lavoro (e che era alla fame a causa della guerra del 100 anni, di cui parleremo tra breve); in Italia la rivolta più famosa fu quella dei CIOMPI di Firenze, ovvero dei fabbricanti di panni di lana, sfruttati all’estremo.

I nobili, in questo caso, finsero di aderire alle richieste del popolo (nuovi ordini, basta con le rigide corporazioni dei mestieri, libertà associativa di ciascun lavoratore della lana), per poi mettere a morte i capi della rivolta, per riportare l’ordine in città.

Come se non bastasse…la Guerra dei cent’anni (1337-1453)

Oltre ai contrasti derivanti dall’economia e dallo spopolamento, una nuova guerra europea, lunghissima, la GUERRA DEI CENTO ANNI (1337-1453), combattuta tra Francia e Inghilterra.

Inizialmente, essa nacque per la fine della dinastia dei Capetingi (con la morte di Carlo IV) e l’incoronazione di un membro della famiglia Valois a re di Francia, Filippo. Il re d’Inghilterra, Edoardo III, anch’egli parente di Carlo IV, protestò per essere stato dimenticato nella linea di successione.

Per evitare lo scontro, i francesi riconobbero all’Inghilterra il possesso del feudo della Guienna, zona vinicola importantissima, attorno alla città di Bordeaux.

Poco prima, nel 1328, nelle Fiandre, regione oggi a cavallo tra Belgio e Olanda, scoppiò una rivolta contro la nobiltà e il feudalesimo. In Fiandra, per liberarsi dal re di Francia, venne offerto il trono di Francia al re inglese Edoardo III (questione che sembrava essersi risolta, nel 1214, con la battaglia di Bouvines, vinta dai francesi contro gli inglesi).

I Francesi volevano indietro la Guienna e far cessare la rivolta nelle Fiandre; Edoardo III voleva invece imporre il suo diritto alla successione al trono di Francia: per questo, nel 1337, egli attaccò la Francia, spinto dagli abitanti delle Fiandre.

Dopo la Jacquerie del 1358, l’Inghilterra si vide riconoscere potere su circa un terzo del territorio francese.

La prima fase del conflitto venne vinta dagli inglesi, che presero Calais, pur dovendo sostenere la controffensiva del re francese Carlo V. Tra il 1380 e il 1415 ci fu una tregua, a seguito della morte di Carlo V di Francia.

La Borgogna, a nord dell’attuale Svizzera, si alleò con gli Inglesi e la guerra riprese. I borgognoni volevano liberarsi del potere del re di Francia.

Tra il 1415 e il 1425, gli inglesi sembrarono vincere lo scontro contro il nuovo re di Francia Carlo VII, ma l’arrivo di una giovanissima ragazza, Giovanna d’Arco, che diceva di udire voci di santi, convinse il re ad affidarle una compagnia di armati per dare una mano alla città di Orleans, assediata dagli inglesi. L’inaspettata liberazione della città diede coraggio ai francesi. Giovanna fu però incarcerata, torturata e bruciata nel 1431, dopo essere caduta nelle mani dei borgognoni, alleati dell’Inghilterra. Carlo VII sfruttò la compattezza attorno alla difesa orgogliosa della nazione, che Giovanna aveva saputo risvegliare, per riorganizzare l’esercito e sconfiggere progressivamente gli inglesi, lasciando loro solo la città di Calais, all’estremo nord della Francia, nel 1451.

La guerra delle due Rose

La sconfitta inglese condusse la nobiltà ad una guerra civile, tra i sostenitori della famiglia nobiliare degli York e quelli della famiglia dei Lancaster. Pur avendo vinto gli York nel 1475, essi vennero ben presto sostituiti dalla dinastia dei Tudor (1485). 

La spiegazione sopra riportata si riferisce alle pagine 116-121, 123-126, 131-133 del libro di storia delle classi terze.

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