figura maschile settecentesca in una biblioteca con smartphone in mano
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Historia Naturalis Homo Sapiens Subspecies Opportunisticus Hypocrita

(Un trattatello semi-serio sulle arti della sopravvivenza sociale)

Praefatio Historica

Carissimi lectores sapientissimi et followers,
Tempo fa, tra le pagine ingiallite di un vintage volume sulla storia delle spezie, mi imbattei in un illuminante trattatello dello storico eminentissimus Carlo M. Cipolla sulla natura della stupiditas humana. Non è mia intentio summarizzare tale opera doctissima, quanto piuttosto studiare, con rigore scientifico maximae importantiae e best practices metodologiche, una peculiare sottospecie dell’Homo Sapiens Stupidum: l’Opportunisticus Hypocrita.

A differenza del pius Magister Cipolla, che concluse il suo trattato con il mindset che ogni azione a proprio tornaconto exclusivus sia di natura banditesca, lascerò a voi, sapientissimi lectores et pensator fashion, una questione ben più importante: come sia possibile che, nonostante millenni di evolutio sapientiae e continuous learning, tale subspecies non solo sopravviva ma prosperi, sviluppando un portfolio di manifestationes opportunisticae con creativitas appeal degna di miglior causa.
Procediamo dunque cum methodo scientifica rigorosissima et innovative approach all’analisi di questo trending specimen della fauna sociale moderna.

Praefatio methodologica

Come ogni trattato che si rispetti sulla natura delle bestie sociali, anche questo studio sull’Homo Sapiens subspecies Opportunisticus Hypocrita richiede una premessa rigorosamente scientifica, o come direbbe il nostro soggetto con la sua “sapientissima locutionis”, un “approccio metodologico multidisciplinare di eccellentissima caratura”.

Nel rispetto della Generis Paritatum quando qui si dice Homo Sapiens Subspecies Opportunisticus Hypocrita non si intende solo l’Homo nella versione originale maschile, ma anche quella successiva femminile e tutti chiaramente senza distinzione di età, provenienza, cultura, ambiente sociale, hobby e sport praticato (sive tennis clubbus exclusivus, sive calcettus amatorialis).

E prima che qualche “doctissimus expertus in questiones generis” sollevi la questione, precisiamo che l’Opportunisticus Hypocrita trascende ogni “distinctio sexualis, identitatis et orientationis”, essendo l’opportunismo una caratteristica che, nella sua democratica distribuzione, non fa distinzione alcuna tra “masculinum, femininum, non-binarium et quidquid est inter ista”. La natura, nella sua infinita saggezza, ha distribuito la capacità di essere opportunisti con equanimità degna di miglior causa, rendendo perfino superflua ogni discussione sulla “specificitas generis in opportunismo” – discussione che, non dubitiamo, qualche “academicus modernissimus” prima o poi solleverà in qualche “Meeting congressus maximae importantiae”.

Come la foschia che si distende sulla pianura, permettendo di scorgere con chiarezza solo ciò che è vicino mentre sfuma progressivamente il resto nel mistero, così si manifesta nella società questo peculiare esemplare della fauna sociale. La sua vera natura si rivela solo quando si è troppo vicini per fuggire, o troppo lontani per intervenire contro le sue “strategiae opportunisticae”.

L’Opportunisticus Hypocrita rivela il suo genius et character fin dai primi vagiti existentialis. Come quando, precocissimus nella sua capacitas strategica, capì che andare all’asilo non contribuiva al calcolo pensionistico, smise di andarci, simulando un ‘misteriosus virus intestinalis ad perpetuum’. Fu la sua mission magnificentia di opportunismo, il primo passo di una lunga carriera dedicata alla maximizzazione del profitto personale cum minimo sforzo possibile.

Questo comportamento è descritto nel volume ‘Naturaliter Opportunisticus Precisissima’ secondo la formula:”
O = MP × (S¯) × V
Dove: MP = Minimus Pensionis (contributo pensionistico) S¯ = Sfortius Negativus (sforzo da evitare) V = Virus Simulatus (capacità di simulazione malattica).

Se MP = 0, qualunque valore di S e V porta l’Opportunisticus a cercare una via di fuga più conveniente per il suo tornacontus personalis.

De arte fallendi (L’arte dell’inganno raffinato)

Il nostro soggetto, come il Tartufo di Molière, non mente: tale volgarità sarebbe troppo “infra dignitatem” per la sua “nobilissima natura”. Preferisce invece avvolgere la verità in così tanti strati di interpretazione che, come in un gioco di specchi, diventa impossibile distinguere l’immagine originale dai suoi riflessi.

Osserviamolo, per esempio, durante un comune funerale. Mentre gli altri presenti esprimono un dolore sincero, ecco il nostro Opportunisticus farsi largo tra la folla con la sua “gravissima presenza”, pronto a ricordare a tutti come proprio lui, “amicus sapientissimus” del defunto, gli avesse suggerito “cum magna sapientia” di fare quel controllo medico. “Eheu!”, “esclamerà con voce rotta, emotio accuratissime dosata et scientifice calculata, “Se solo mi avesse ascoltato!”. Il tutto mentre si posiziona strategicamente per essere immortalato dal fotografo ufficiale, possibilmente vicino ai parenti più importanti del defunto, non senza aver prima contrattato con durezza il prezzo della corona di fiori più economica disponibile (sed cum aspectu maximae dignitatis et pretii apparentis).

Come magistralmente analizzato nel volume ‘Mendacium Elegantissimus et Ars Deceptionis’, la capacità di inganno può essere quantificata secondo la formula:”
I = P × C × (1/V)
Dove: P = Plausibilitas Excusationis (plausibilità della scusa) C = Credibilitas Apparentis (credibilità apparente) V = Veritas Residua (residuo di verità).

Se V tende a zero, l’Ingannus Maximus (I) tende all’infinito, raggiungendo il livello “perfectae deceptionis”.

De parsimonia et ostentatio (Del paradosso dell’avarizia ostentata)

Qui tocchiamo un aspetto che neanche Dante, nel catalogare i peccati dell’Inferno suo, aveva previsto: la mirabile capacità di unire l’ostentazione più sfacciata all’avarizia più meschina, o come direbbe il nostro soggetto, di “maximizzare l’optimum tra visibilitas sociale e parsimonia economica”.

Osserviamolo nel suo habitat naturale: ecco che organizza una “cenatio opulentum” nel suo atticus cenarea, invitando “personae di maximae influentia” per quella che definisce una “nobilissima causa benefica”. Non mancherà di far notare il prezzo del vino (“un Sassicaia excellentissimus, colleghi!”), rigorosamente pagato dagli sponsor dell’evento, mentre contemporaneamente discute col cameriere per il supplemento del parmigiano (“duo euri per questa raschiatura insignificante? Maximae ingiustizia!”).

Come dimostrato nel celebre studio ‘Economicus Apparentis – Stiticus manus, stiticus culos’, il rapporto tra parsimonia e ostentazione segue la legge:”
O = L × P × (1/S)
Dove: L = Luxuria Apparentis (lusso ostentato) P = Publicitas Maximalis (visibilità sociale) S = Spesa Efectiva (spesa realmente sostenuta).

Quando S tende al minimo mentre L e P tendono al massimo, si raggiunge l’optimum dell’Opportunisticus Hypocrita.

De statusis socialis (Dell’anatomia della sopravvivenza sociale)

Il nostro Homo Sapiens Opportunisticus ha raffinato una capacitas magnum di costruire quello che potremmo definire il suo “curriculum vitae maximae excellentiae”. Al centro della sua esistenza troviamo sempre un ruolo sociale accuratamente selezionato: il ragioniere che si fregia del titolo di “Doctor Commercialis Expertissimus” (avendo seguito un corso online di tre settimane), il professore a contratto che ostenta la sua “cattedra magnifica” in un’università di terz’ordine come fosse la Sorbona (“Sono stato chiamato, maximae urgentia, per le mie competenze uniche”), il medicus practicus che si presenta come “luminare sapientissimus” per aver partecipato a qualche “congressus medicinae” in località turistica. Ovviamente le tesi dell’Homo Sapiens Opportunisticus sono accuratamente copyright fregatus o scritte da qualche malcapitato caduto nella loro rete (Mission furtum et proveniens semper ex fontibus maximae auctoritatis, sed numquam verificatis).

Come argutamente teorizzato nel volume ‘Curricula Vitae Inflatius – Tractatus de Excellentia Simulata’, il valore percepito di un titolo accademico risponde alla seguente formula:”
T = (C × M)/(R × V)
Dove: T = Titulus Magnificentiae (grandezza percepita del titolo) C = Cursus Brevissimus (durata effettiva del corso in settimane) M = Magniloquentia Descriptoris (pomposità della descrizione) R = Realis Competentia (competenza effettiva) V = Verificabilitas Documentorum (verificabilità delle credenziali).

Quando C tende a zero e M tende all’infinito, mentre R e V tendono a valori minimi, si raggiunge il “Maximun Titulus Opportunisticus”, noto anche come “Excellentissimus Status Academicus Taroccatus”.

De theatrum digitalis (Del teatro digitale)

Mai nelle epoche passate dell’umanità il nostro soggetto, ormai evolutosi in content creatoris magnificius, ha avuto a disposizione strumenti così potenti per la sua “personalis storytelling glorificatio” come i social media. Come Don Abbondio aveva i suoi latinismi per mascherare la codardia, così l’Opportunisticus Hypocrita ha i suoi hashtag di #authenticitas #benedictus #gratitudinem #blessed per nobilitare anche la più banale delle azioni quotidiane.

Osserviamolo nel suo habitat digitalis: ecco il post della colazione “mindfulness matutina” (rigorosamente nel café più in voga del momento, dove si è fatto offrire cappuccino e croissant dal malcapitato collega), seguito dalla “profundissima reflexio” sulla sostenibilità ambientale, scritta a bordo del suo SUV mentre va a fare golf, culminando con la foto della “reunio excellentissima” con vecchi amici, accuratamente selezionati in base al loro status socialis e potenziale utilitas futura.

Non mancano mai i suoi “feedback reportagii sapientissimi” dai congressi di settore, dove la sua “praesentia illuminata” si manifesta in photos con bastoncinus in manu habent, et smiles in facie: sempre in prima fila nelle foto, dopo essersi infiltrato dalle ultime file accanto al relatore di grido intercettato con una maestria degna di un segugio. mentre questi cercava disperatamente la toilette (interceptatus strategice in momento necessitatis physiologicae maximae), sempre con quel suo sorriso di “intellectualis superioritatis”.

Il volume ‘Socialia Networkorum et Vanitatis Quantistica’ definisce la legge fondamentale del theatrum digitalis:”
V = F × H × I
Dove: F = Frequentia Mutationis (frequenza del cambio foto profilo) H = Hashtag Superfluus (quantità di hashtag non pertinenti) I = Imago Incoherentis (grado di incoerenza tra immagine e realtà).

Se F × H tende all’infinito, I cresce esponenzialmente, portando il soggetto a uno stato di “confusio identitatis perpetua”.

De statusis digitalis mutabilis (Della mutevolezza dello status digitale)

Ammiriamo la nostra sottospecie di Homo Sapiens in suo habitat WhatsAppicus quotidianus, ubi manifesta sua grandissima abilitas in profilii imaginis変換 perpetuus (perdonate il giapponese, ma il nostro specimen ama ostentare anche la sua ‘culturam includentiae internationalis’). Dalla foto ‘executive stylus’ delle 9:00 (‘gravissima expressio cum cravatta perfettissima’), si passa alla versione ‘mindfulness orientalis’ delle 11:30 (‘in positionem lotus cum tazzina matcha tea biologicus’), per arrivare al ‘lifestyle sportivissimus’ delle 15:00 (‘post-running photoshoot cum clessidra ad manum semper connecta evidentiatus’), concludendo la giornata con un’immagine ‘culturalis intellectualis’ alle 21:00 (‘cum librum strategicamente posizionatum et occhialibus sapientissimis’).

Le didascalie che accompagnano questi cambi di status existentialis variano dal filosofico ‘Carpe momentum #blessed’ al professionale ‘Always grinding #success’, passando per l’immancabile ‘Mens sana in corpore sano #wellness’ – rigorosamente posto dopo aver mangiato una insalatina detox-issima e una high-sessio in palestra cum squattibus et core trainingus maximalis (ma ovviamente tutto fotografatum cum filtrus Instagram perfectus et hashtag #fitnessmotivatio #healthylifestylus #palestraaddictus).

Come ampiamente dimostrato nel volume ‘Socialia Networkorum et Vanitatis Quantistica’, la legge fondamentale del cambio di status può essere espressa come la precedente legge del theatrum digitalis:”
V = F × H × I^
Dove: F = Frequentia Mutationis (frequenza del cambio foto profilo) H = Hashtag Superfluus (quantità di hashtag non pertinenti) I^ = Imago Incoherentis (grado di incoerenza tra immagine e realtà).

Hic autem se F × H tende all’infinito, I^ decresce esponenzialmente, portando il soggetto a uno stato di “confusio identitatis perpetua”.

De arte amicitiae simulandae (L’arte delle amicizie interessate)

L’Opportunisticus eleva il concetto di “reticulus networking” a vette mai raggiunte prima nella storia delle relazioni sociali. Maestro supremus dell’ars predatum analysis sequentiones, avvicina ogni newcomer presentandosi come “amicus fidatissimus et supporter maximae”, per poi reclutarlo nelle sue “strategiae maximae profictum” dopo accurata valutazione della sua “utilisabilitas futura”.

Come un “Network collector expertissimus” di figurine rare, accumula contatti non per il loro valore umano – che “perdio tempus” sarebbe! – ma per il potenziale “returnum investimenti” futuro.

Una cena diventa un’operazione di “tactica diplomatica” dove il conto del ristorante è visto come un “investimentum ad futurum”. Persino un innocuo aperitivo si trasforma in un “congressus strategicus” dove ogni “proseccus” ordinato deve garantire un ritorno in termini di “opportunitates maximae”. Il tutto mentre il nostro soggetto cerca di far pagare il conto a qualcun altro con la scusa di aver “dimenticatus” il portafoglio nella sua “maxima distractio intellettualis”.

Come sapientemente calcolato nel volume ‘Amicitiae Strategicae – ROI Maximization Tractatus’, il valore di una relazione sociale può essere quantificato secondo la formula:”
A = (P × N × O)/(C + E)
Dove: A = Amicitia Strategica (valore strategico dell’amicizia) P = Potentia Networkis (influenza del contatto) N = Numerus Aperitivorum (quantità di aperitivi offerti) O = Opportunitas Futura (opportunità future) C = Costus Efectivus (costo effettivamente sostenuto) E = Emotio Investita (coinvolgimento emotivo non strategico).

Quando C tende a zero (grazie alla “dimenticatio strategica” del portafoglio) e E tende a zero (assenza di coinvolgimento emotivo), mentre P, N e O tendono al massimo, si raggiunge il “Perfect Match Networkingus”, anche noto come “Amicitia Portofolius Maximalis”.

De navigatione aquarum turbidarum (Dell’arte di navigare le acque torbide)

Come una rana saltella tra le foglie dello stagno senza mai bagnarsi, l’Opportunisticus Hypocrita ha sviluppato una capacità primaria di sopravvivenza, riuscire a muoversi nelle “zonae griseae legalis” dedicando molto del suo tempo a studiare le norme e trarne profitto. Non è un caso che Dante collochi gli ipocriti in una bolgia specifica dell’Inferno, dove camminano eternamente gravati da cappe dorate all’esterno ma di piombo all’interno – una “metafora perfectissima” della loro condizione.

Il nostro soggetto expertus est in magnifica linguarum legalium con la precisione di un “jurisconsultus maximae sapientiae”. Le sue formule retoriche sono un capolavoro di precisione formale e ambiguità sostanziale: “Technicaliter skill loquendum” introduce le sue dissertazioni più ardite, “secundum interpretationem extensivam” giustifica le sue acrobazie normative, mentre “respectando legem ad maximam convenientiam” corona le sue più elaborate operazioni. Come Azzeccagarbugli dei Promessi Sposi, trasforma ogni vincolo in un’opportunità, sempre formalmente “intra legem” mentre naviga con maestria nelle zone d’ombra del sistema.

Come dettagliatamente analizzato nel volume ‘Aquae Stagnantibus saltellatio – De Arte Interpretationis Maximae Elasticae’, la capacità di navigazione legale risponde alla seguente formula:”
L = (F × A × G)/(T × C)
Dove: L = Legalitas Apparentis (legalità apparente) F = Formalitas Impeccabilis (perfezione formale) A = Ambiguitas Interpretativa (ambiguità dell’interpretazione) G = Griseus Zonae Factor (ampiezza della zona grigia) T = Transparentia Operationis (trasparenza dell’operazione) C = Claritas Legis (chiarezza della legge).

Quando F tende al massimo e A × G tendono all’infinito, mentre T e C tendono a zero, si raggiunge lo stato di “Perfecta Navigatio Legalis”, anche noto come “Azzeccagarbuglus Supremus Status”.

De meretricie ad occasionem (Dell’arte di cavalcare ogni occasione)

L’Opportunisticus Hypocrita manifesta la sua maxima expressio evolutiva nel trasformare ogni situazione in opportunitas profictum. Non pratica il volgare “culos leccandi” dei suoi predecessori evolutivi, ma eleva tale arte a “strategia oppositionis simulata”: Torre inespugnabile dello status quo quando conviene, ma prontissimus cambium casacca “revolutionarius contro el sistema” quando percepisce probabile “opportunitas maximae” di profictum personalis.

La sua “técnica del contropiede moralis” è stata perfezionata attraverso anni di “training opportunisticus”: può simultaneamente apparire come “fidelissimus servus” e “rebellis cum causa”, sempre in base al “returnum investimenti” calcolato col suo “detector opportunitatis perpetuus”.

Come scientificamente dimostrato nel volume ‘Ars Leccandi – De Flexibilitate Moralis Tractatus’, il grado di prostrazione può essere calcolato secondo la formula:” P = (I × B × F)/(D × M) Dove: P = Prostratio Maximalis (grado di prostrazione) I = Influentia Targetis (potere del soggetto target) B = Beneficium Expectatum (beneficio atteso) F = Flexibilitas Moralis (flessibilità morale) D = Dignitas Residua (dignità residua) M = Memoria Sociale (ricordo pubblico dell’atto).

Se I e B tendono all’infinito, mentre D e M tendono a zero, si raggiunge lo stato di “Perfecta Prostratio Opportunistica”, noto anche come “Lecchinaggio Supremus Status”.

De ego non sum quello (Dell’arte del non riconoscersi mai)

Peculiaris caracteristica dell’Opportunisticus Hypocrita est la sua totale incapacitas di auto-recognitio. Come scrutato cum magistra arte nel volume ‘Psychologiae Negationis – De Arte Excusationis Perpetuae’, quando tale specimen viene confrontato con evidentia della sua natura opportunistica, subito lo meccanismo suo ‘maximus defensivus’ activa: lo puntare digitum versus alios.

‘Non ego, sed illi!’ esclama cum merdaciem strunzium faccia, mentre compie exacte le stesse azioni che in altri condanna. Tale facto di non visibilitate selectiva è talmente potens che neppure uno speculum magicum potrebbe lor presentar la veritas. Et forse proprio questa sua incapacitas recognitionis explica la sua flourishing prosperitas in societas moderna.

Come dimostrato nel volume ‘De Negationis Perpetuae’, questo comportamento segue la formula:” N = (A × D) / (C × R) Dove: N = Negatio Totalis (capacità di negazione) A = Accusatio Aliorum (accuse verso altri) D = Defensio Sui (autodifesa) C = Conscientia Sui (autoconsapevolezza) R = Realitas Objectiva (realtà oggettiva).

Quando A e D tendono all’infinito mentre C e R tendono a zero, si raggiunge lo stato di “Perfecta Negatio Perpetua”, anche noto come “Ego Non Sum Status”.

De moralis ostentatio (Dell’ostentazione morale)

Non potremmo concludere il nostro trattato senza menzionare la peculiare tendenza dell’Opportunisticus Hypocrita a ergersi a “maximae auctoritatis moralis”. Come un “smart praedicator modernissimus”, non perde occasione per dispensare le sue “sententiae sapientissimae” sui valori della famiglia, della patria e della moralità pubblica.

“Pro Deo et Patria!” esclama con voce tonante nei suoi discorsi pubblici, mentre contemporaneamente perfeziona il suo sistema di “deductiones fiscales perfectamente legales sed maxime opportunisticae”. “Familia super omnia!” proclama dai pulpiti social, mentre studia minuziosamente ogni comma del codice civile per massimizzare la sua quota ereditaria “nel pieno rispetto della legge”, come non manca mai di sottolineare.
Nei momenti di particolare ispirazione, il nostro soggetto può essere osservato mentre declama le sue “maximae sententiae” sulla decadenza dei costumi moderni (“O tempora, o mores!”), proprio mentre conclude qualche “negotium perfecte legalis” che, pur rispettando alla lettera ogni norma, svuota completamente lo spirito della legge stessa.

La sua “spiritualitas ostentata” si manifesta particolarmente durante le festività religiose, dove non manca mai di farsi fotografare in prima fila durante le celebrazioni più importanti (“Laudate fashion Dominum! #blessed #fede #tradiciónes”), per poi dedicare il pomeriggio a perfezionare contratti e accordi che, sebbene formalmente ineccepibili, farebbero rabbrividire qualunque persona dotata di autentico senso morale.

Nel fondamentale trattato ‘Hypocrisis Mathematica – Volumen Primus’, troviamo la formula dell’ostentazione morale:”
M = (S × E)/(R)
Dove: M = Ostentatio Maxima (ostentazione massima) S = Sanctitas Simulata (santità ostentata) E = Expositionis Publicae (esposizione pubblica) R = Realitas Incomoda (realtà scomoda da nascondere).

La formula dimostra che M cresce proporzionalmente alla capacità di nascondere R sotto una coltre di S ben esposta pubblicamente.

Epilogus: de triumphus apparens (Del trionfo apparente)

Il successo dell’Opportunisticus Hypocrita nella società moderna non è tanto una “victoria gloriosissima” quanto una “condemnatio perpetua”.

Et già lo sapientissimus Marcus Aurelius, in suo libro “Meditationes Philosophicae” (VIII, V), ammoniva cum magna sapientia: “Hoc est principalissimum: Non turbare animum tuum, ché tutte le cose seguono la Natura dello Universo; et in brevissimo tempore tu non eris nec nemo nec in alio loco, exacte come Adrianus et Augustus imperatori potentissimi. Secundo loco, tene oculos tuos fixos firmiter super negotium tuum, observa illum, et memento che è tuo officium essere homo bonus, et quod natura hominis requirit, fac sine deviatione. Et loquere sicut tibi videtur maxime iustum, sed solum cum bona dispositione animi et cum modestia et sine hypocritae!”

Come il re Mida che trasformava in oro tutto ciò che toccava fino a morire di fame, il nostro soggetto è condannato a vivere in un perpetuo stato di “insecuritas maxima”, sempre temendo che il suo elaborato “castellum cartarum” – per quanto formalmente inattaccabile – possa crollare da un momento all’altro.

La sua è una “victoria pyrrhica”: ha ottenuto la tanto agognata “recognitio visibility socialis”, ma come Narciso che finì per annegare contemplando la propria immagine nelle acque del fonte, il nostro esemplare è destinato a rimanere prigioniero del proprio “reflexus socialis”. Come un Pirandello dei nostri tempi potrebbe osservare, è condannato a recitare perpetuamente una parte nella sua “commedia legalis et moralis”, fino a dimenticare quale sia il suo “vultus verus” – se mai ne ha avuto uno al di là delle sue “personae legitimae”.
Se l’Opportunisticus avesse un motto, probabilmente sarebbe: “Non vixi! Solum apparui secundum legem!” (Non ho vissuto! Ho solo recitato secondo le regole!)

Come tragicamente dimostrato nel volume ‘Victoriae Pyrhricae – De Vanitas Vanitatum Calculatio’, il successo apparente dell’Opportunisticus segue questa inesorabile formula:”
S = (V × R)/(A × I)
Dove: S = Successus Apparentis (successo percepito) V = Visibilitas Socialis (visibilità sociale) R = Recognitio Externa (riconoscimento esterno) A = Authenticitas Personalis (autenticità personale) I = Identitas Vera (identità autentica).

Quando V e R tendono all’infinito mentre A e I tendono a zero, si raggiunge il “Paradoxus Midae Modernissimus”: quanto più cresce il successo apparente (S), tanto più l’Opportunisticus si avvicina al suo “Existentialis Collapsus Totalus”.

De veritas aeterna (Delle verità che trascendono i tempi)

Prima di giungere alle nostre conclusioni, conviene soffermarci su alcune verità che, attraverso i secoli, hanno colto l’essenza profonda del nostro Opportunisticus Hypocrita. Come già il sapientissimus Pirandello osservava nella sua “Studium de Natura Humana”:
“Non conclude chi si veste da maschera. La maschera non conclude. Perché la maschera è quella cosa fissata, che non può più muoversi e resta sempre lì, uguale, sempre quella…”

E già nelle Sacrae Scripturae troviamo una descrizione che pare scritta appositamente per il nostro soggetto:
“Vae vobis, scribae et pharisaei hypocritae, quia similes estis sepulcris dealbatis, quae a foris parent speciosa, intus vero plena sunt ossibus mortuorum et omni spurcitia!” (“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che siete simili a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume.”)
Così il nostro Opportunisticus, nella sua perenne ricerca di “apparentia maxima”, non fa che confermare una verità antica quanto l’uomo: sotto il peso delle sue innumerevoli maschere “legitimae et respectabilissimae”, si cela un vuoto che nessun riconoscimento sociale, nessuna “victoria apparens”, nessuna “acquisitio materialis” potrà mai colmare.

Come eternamente dimostrato nel volume ‘Veritas Aeterna et Immutabilis – Tractatus de Maskeris Perpetuis’, la relazione tra apparenza e vuoto esistenziale segue questa formula universale:”
V = (M × A × T)/(E × P)
Dove: V = Vacuitas Interiore (vuoto interiore) M = Maskera Accumulata (numero di maschere indossate) A = Apparentia Externa (apparenza esteriore) T = Tempus Simulationis (tempo di simulazione) E = Essentia Vera (essenza autentica) P = Pax Interior (pace interiore).

Quando M, A e T tendono all’infinito, mentre E e P tendono a zero, si raggiunge lo stato di “Sepulcrum Dealbatum Perfectum”, condizione in cui la Vacuitas Interiore (V) diventa matematicamente incolmabile.

Epilogus lectoris curiosi (Epilogo del curioso lettore)

Ebbene, attento osservatore della natura umana, concludiamo qui il nostro trattatello sulle arti della sopravvivenza sociale formalmente ineccepibile. Mentre rifletti su quanto questa figura possa sembrare familiare, considera come l’Opportunisticus sia riuscito nella sua più grande magia: trasformare la legge, nata per proteggere la società, in un teatro dove mettere in scena la sua “moralis representatio”.

La vera arte della sopravvivenza sociale, forse, non sta nel destreggiarsi tra i commi e le virgole delle leggi, ma nel riscoprire quello spazio di autentica umanità che nessuna norma potrà mai regolamentare completamente. Come direbbero i nostri antenati: ‘Summum ius, summa iniuria’ – la legge portata all’estremo diventa la peggiore delle ingiustizie. Ed è proprio questo il paradosso dell’Opportunisticus Hypocrita: fare dell’uso formalmente ineccepibile delle regole sociali lo strumento del loro svuotamento morale.

Come definitivamente dimostrato nel volume ‘Conclusio Finalis – De Paradoxus Universalis Opportunisticus’, la legge fondamentale dell’opportunismo sociale risponde alla seguente meta-formula:”
O = (R × F × L)/(U × M)
Dove: O = Opportunismus Universalis (grado di opportunismo) R = Regula Formalis (rispetto formale delle regole) F = Furbitas Maxima (scaltrezza applicata) L = Legalis Apparentia (apparenza di legalità) U = Utilitas Socialis (utilità per la società) M = Moralitas Vera (moralità autentica).

Quando R, F e L tendono all’infinito, mentre U e M tendono a zero, si raggiunge il “Paradoxus Supremus”: quanto più l’Opportunisticus perfeziona il suo uso formale delle regole (R × F × L), tanto più ne svuota il valore sociale e morale (U × M), realizzando così il principio “Summum ius, summa iniuria”.

Finis Studiorum (Con gratitudine all’Accademia della “Respectabilitas Maxima et Legalissima”)

Benedictio finalis opportunistica

Et nunc, cum maximae auctoritas scientifica et moralis, conferiamo a tutti i followers sapientissimi et lectores fashionissimi la nostra benedictio social-digital-influencer-academica:
Ego, humillimus researcher in Opportunistica Scientia, per gratia accademica et trending topic dominante, in nome della Santa Trinità del Networking (LinkedIn, Instagram et WhatsApp Business), con l’autorità conferitami dal mio master online in Leadership Strategica della durata di due weekendus, vi conferisco la potestas massima di proseguire nella vostra mission opportunistica, nel nome del Profictus, del Networkus et dello Spiritus Carrierae.
Ite, occasio est. #blessed #gratitudine #blessed🙏 #opportunitas #mindset #success”

APPENDICE CURIOSISSIMA

Un documento ritrovato

Ex Manuscriptum Fortebraccius ‘Veritas semper vincit, nisi opportunisticus interveniat’ (ritrovato nella bisaccia dello suo destriero).

Nota dei cronisti moderni

Lo presente manoscritto è stato rinvenuto in condizioni sorprendentemente buone, fatta eccezione per alcune macchie che potrebbero essere di vino (o forse di sugo d’agnello, come suggerisce l’esperto di gastronomia medievale o tutte e due le cose insieme). La traduzione ha richiesto particolare attenzione per via della peculiare mescolanza di latino medievale, volgare italico et terminologia moderna, suggerendo che l’autore sia stato effettivamente esposto a diverse epoche storiche.

Nota curiosissima temporalis

Questo mirabile compendio giunse a noi per vie misteriose quando lo destriero di Fortebraccio da Norcia, valorosissimo capitano di ventura (quando et quando sfigatus marginalis), tornò solo alle terre sue d’origine, senza lo signore suo. Nella bisaccia che lo cavallo ancora portava fu ritrovato questo scritto, vergato con mano tremante di stupore et indignazione.

Lo prode condottiero, colpito da una folgore possente mentre pugnava contro li infedeli (o forse mentre cercava di sfuggire ad essi), si ritrovò d’improvviso catapultato nella pugna dei nostri tempi moderni. Qui, con sommo sgomento, scoprì che non solo l’antica stirpe degli Opportunisticus Hypocrita non si era estinta, ma aveva raggiunto livelli di scaltrezza massima esponenziali.

Incapace di credere come tale specie si fosse così progredita et allargata in tutti gli ambienti, dalla corte dei nobili alle taverne del popolino, osservò come questa subspecie si fosse adattata ai tempi moderni con tale maestria da rendere ancora più difficile lo suo riconoscimento, mutando sembianze et natura più volte nel corso del dí, dallo gallo cantante alla gallina dormiente.

Con la stessa mano che un tempo brandiva la spada (se non gli cadea), scrisse dunque questo compendio, mescolando la sua nobile favella con li termini barbari del tempo futuro, non per fermare lo pensiero suo su ciò che già sapeva, ma per avviso dello pericolo ancor più grande che questa evoluzione fusse per li tempi moderni.
Di Fortebraccio nessuna traccia mai più riapparve, ma lo suo monito ci è giunto attraverso li secoli, prezioso come una reliquia dei tempi antichi (sempre che non l’abbia venduta a qualche mercante).

Summa dello Trattato sopra lo Opportunistico Hypocrita

Io, Fortebraccio da Norcia, condottiero valoroso, rapito dal mio tempo et in questo tempo futuro da una folgore traditrice trasportato, voglio narrare delle arti subdole et pericolose dello Opportunistico Hypocrita, et giuro sulla mia spada che deve esserci la mano immonda della fattucchiera Beppanta da Lodi, ché quel giorno maledetto di due anni fa, quando lo sole si oscurò all’improvviso e li corvi divvenero bianchi et tutti pensavano fosse la fine del mondo, quella strega stava certamente tramando – ché solo un maleficio sì fatto puote si spiegar come questi cialtroni non solo siano sopravvissuti, ma si siano moltiplicati come funghi dopo la pioggia in questi tempi moderni, un mistero mai coverto da studio alcuno.

Et la cosa più mirabile et incomprensibile allo intelletto mio è che quando a costoro fai notar la loro hopportunistico sembianza, essi sempre agli altri guardano et mai a sé stessi. ‘Non io, ma quelli altri sono li opportunisti!’, cum faccia bronziea appare proclamat!, ché manco lo magico specchio del Magus merdaceus Merlino potrebbe mostrar loro la verità. Et proprio si fatta non visibilis natura appare li fa campar felix e cuntentum senza alcun altro intorno a lor badare. Et per questo, a lor grazia non si puote dar, ché l’ignoranza non scusa loro actiones extrema nefandezza.

Messere Cipolla, sapientissimo alchemico di questi tempi moderni, già aveva in ordini diviso la humana stupidatea, ma quello che io vidi supera ogni religio et d’ogni nefandezza non ha lo pari. Lo Opportunistico dei nostri tempi era come lo infido scudiero che cerca di ingraziarsi lo signore suo; quello di oggi è un serpente che muta pelle cento volte al dì, pronto in ogni istante a mostrarsi di tutti lo migliore amico et nemico di nessuno, ma in veritas amico est solo dello tornaconto suo.

Costui alberga in apparenze tutte d’oro di fuora ma de ‘stronzitudinae perfecta et perpetua’ di dentro (come direbbero li sapienti moderni nella loro strana favella). Et come lo Re Mida che tutto in oro tramutava fino a morir de fame, questo essere modernissimo vive tremulo et insicuro assai che lo suo castello de carte crolli.
Le formule sapientissime che ho visto in questo tempo (che manco li maghi della mia epoca sapevano fare) mostrano come lo suo imperio sia, in verità, una gran fesseria: più cresce la sua fama et visibilità, più se avvicina allo collasso della sua existentia. Come Narciso che nella immagine sua se annegò, ello rimane della sua stessa apparenzia catturato.

A me non cale nulla perché non son più di questo mondo, ma stiano dunque ben accorti li lettori, poiché questa creatura infesta ogni luogo et situazione, dallo più nobile palazzo alla più umile taverna. Et ricordate: chi troppo sorride et sempre si inchina, di certo qualche inganno architetta.
‘Tu, vile opportunisticus senza né padre né madre, vieni qui ché il culo tuo rompere mi preme!’, un dì gli gridai. Ma brandendo codex maximo come mazza nella pugna, con lo suo leguleio leccandis, lo culo mio in fiamme quasi andò.

Io, Fortebraccio, testimone di cotanta cialtronezza, ho scritto questo monito con la speranza che chi lo leggerà saprà guardarsi da questi novelli ingannatori. Come diceva lo sapientissimo Brutus Magistrus (che poi solo era lo tavernier della mia armata, ma gran saggezza haveva nelle sue botti): ‘Chi de spada ferit sanare potest, ma qui de carta bollata colpisce ad mortem condemnat’. Et se lo fato mio qui a combattere li zozzi immondi mi portò, non abbandonar conflictus, ma riportare veritas: ché dove vive veritas, non v’è scampo per li inganni. Battaglia difficilissima, improbabile vittoria… ma tentar lo devo, ché all’onor mio non si fa torto. Et se per ventura alcuna o Nostro Signor lo vuole il foco dal ciel colpir mi deve, lo prego ai tempi miei di rimandar, ché questo tempo, sì comodo e pulito fuori appare, dentro summa sporcizia e poca humanitas rimane.

Et se mai dovessi ai tempi miei tornare, porterò meco tal sapienza, sempre che la folgore non mi colpisca nello errato loco. Et prometto che, nel mio primo duello, calerò questa dottrina come lama magnifica et letale. Et come non la userò per lo cambio con un fiasco di vino all’osteria, ché ai tempi miei il vino vale più della sapienza.

L’immagine in evidenza è generata con il supporto di un’intelligenza artificiale tramite DALL·E, sviluppato da OpenAI.

Il Teatro della Vanità Digitale:
Nella Biblioteca della Sapienza
Dove i libri giacciono in sopore,
L'Homo Sapiens con i suoi moderni smartphone simula saggezza,
Ma l'Homo Sapiens Subspecies Opportunisticus Hypocrita,
Sommo Maestro della Simulazione,
Regna Supremogura maschile settecentesca in una biblioteca con lo smartphone in mano

Et pro Opportunitatibus Paritatis

figura femminile settecentesca in una biblioteca con smartphone in mano

Theatrum Smartissimus Vanitatis Digitalis

In Bibliotheca Sapientiae
Ubi libri dormient,
Homo Sapiens cum smartphonius modernissimus sapientiam simulat,
Sed Homo Sapiens Subspecies Opportunisticus Hypocrita,
Magister Supremus Simulationis,
Regnat Gloriosissimus

Il Teatro Smartibus della Vanità Digitale

Nella Biblioteca della Sapienza
Dove i libri giacciono in sopore,
L’Homo Sapiens con i suoi moderni smartphone simula saggezza,
Ma l’Homo Sapiens Subspecies Opportunisticus Hypocrita,
Sommo Maestro della Simulazione,
Regna Supremo

7 Commenti

  1. AHAHAH geniale! Mi hai fatto morire quando descrivi il tizio che si fa i selfie col relatore beccato fuori dal bagno 🤣 Ne conosco almeno tre che potrebbero averti ispirato… e quelle formule matematiche? Il “detector opportunitatis perpetuus” è PURA ARTE! La benedizione finale poi è da Oscar. Condivido subito nel gruppo WhatsApp dell’ufficio, tanto so già chi si offenderà 😈

  2. Prof, ho riso tantissimo leggendo il suo articolo! Ma ora mi viene un dubbio… come si fa a capire subito se si ha a che fare con un Opportunisticus Hypocrita prima di cascarci? Chiedo per un amico che si è iscritto a un corso di ‘digital marketing mindset transformation’ da 2000€ tenuto da un tizio con la Tesla in leasing 😅

    1. Come diceva il sapientissimus Cipolla, queste variabili umane si manifestano principalmente attraverso il danno che provocano agli altri mascherato da beneficio per tutti. Il corso che citi è un esempio perfectus: promette una ‘transformation’ (termine maximae vaghezza) per un prezzo spropositato. La regola aurea è: se sembra una fregatura ed è pubblicizzata come una ‘opportunitas unica et maximae exclusive’, allora È una fregatura. PS: la Tesla in leasing è sempre un ottimo indicatore 😉

  3. Complimenti davvero, l’ennesimo articolo di un INVIDIOSO FALLITO che non ha mai concluso nulla nella vita e passa il tempo a criticare chi ha SUCCESSO!! Facile fare ironia su chi si fa il mazzo dalla mattina alla sera per creare VALORE e NETWORKING! Ti vorrei proprio vedere te a gestire una community di 150K follower TUTTI ORGANICI. La verità è che siete una massa di rosiconi che non capite niente di personal branding e business development. Continuate pure a ridere, noi continuiamo a fatturare 💪💪 #success #grindneverstops

    1. Gentile lettore, il suo commento conferma empiricamente diversi aspetti analizzati nel trattatello, in particolare nella sezione ‘De statusis socialis’. Mi permetto di suggerirle una rilettura più attenta della formula T = (C × M)/(R × V), potrebbe trovarla illuminante. Con massima stima scientifica,

  4. Capolavoro assoluto! Ho riso e riflettuto allo stesso tempo. La fusione tra il latino maccheronico, i termini moderni tipo “continuous learning” e le formule matematiche è GENIALE! E poi Fortebraccio… 😂 quando parla dello “zozzi immondi” e della “stronzitudinae perfecta” mi ha fatto morire! Ma la vera chicca è l’evoluzione dell’Opportunisticus Hypocrita: da semplice leccapiedi medievale a master networker dei nostri tempi. Chi non ne conosce almeno uno? 🤔 Da leggere e rileggere, soprattutto quando si incontra qualche ‘content creator magnificus’ che pontifica su LinkedIn! PS: La parte del codex maximo usato come mazza è PURA POESIA! 👏👏

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