Friuli Venezia Giulia

di Ilenia Tocco

Storia del Vino in Friuli Venezia Giulia

L’origine della viticoltura in Friuli ha origini lontane: i vini friulani vantano infatti oltre duemila anni di storia documentata, dal 180 a.C. quando i Romani stabilirono la prima colonia nell’agro aquileiese. Un secolo più tardi, nel 53 a.C., Giulio Cesare fondò Forum Julii: furono i suoi legionari, trasformati in pacifici coloni, a dare impulso alla viticoltura nei pendii soleggiati dei Colli Orientali. Durante i secoli successivi, la viticoltura si espanse notevolmente su tutte le colline del cividalese ma, come ogni altra attività economica, nel Medioevo attraversò periodi difficili, per lo più legati alle tormentate vicende politiche di queste terre di perenne frontiera. Ma anche da quei “secoli bui” giungono documenti che dimostrano l’importanza e la presenza del vino: nel “Pactum donationis” del 762 (periodo della dominazione longobarda) è documentato l’impegno dei “liberi coltivatori” a dare ogni anno cento anfore di vino al monastero femminile di Salt di Povoletto. Alla fine del Medioevo, il vino friulano veniva trasportato nei paesi del nord Europa.
Nei primi secoli del secondo millennio, per ridare impulso all’agricoltura debilitata dalle invasioni barbariche, i Patriarchi di Aquileia coinvolsero i monaci benedettini. Tra i numerosi monasteri di quel periodo, l’abbazia di Rosazzo assunse un ruolo trainante, e le colture specializzate – vite e olivo prime tra tutte – ritrovarono la loro importanza nell’economia del territorio.

Zone di Produzione


Le zone vinicole della regione Friuli Venezia Giulia sono concentrate attorno alle città di Udine, Gorizia, Pordenone e Trieste a causa della conformazione del territorio di questa zona d’Italia.
In Friuli, infatti, l’area è in prevalenza montuosa e quindi poco adatto alle esigenze della vite. Questo è il motivo per cui la maggior parte della produzione della regione si concentra verso la parte orientale della regione. Il Collio e i Colli orientali del Friuli grazie ai loro terreni argillosi danno vita a vini bianchi di grande interesse e famosi in tutta Italia. Più ad ovest, invece, la zona è denominata “Grave” per le superfici pietrose ed i terreni calcarei di origine dolomitica.

Il Friuli è sempre stato sinonimo di vini bianchi, ma la produzione di bianchi supera poco più della metà dell’intera produzione della regione. Più in dettaglio, una prevalenza del 52% della produzione, che, anche se di ottima qualità, non mette in secondo piano i vini rossi.

Vini DOCG


• Colli Orientali del Friuli Picolit
• Colli Orientali del Friuli Picolit Sottozona Cialla
• Lison
• Ramandolo
• Rosazzo


Vini DOC


• Carso o Carso – Kras
• Colli Orientali del Friuli
• Colli Orientali del Friuli Sottozona Cialla
• Colli Orientali del Friuli Sottozona Ribolla Gialla di Rosazzo
• Colli Orientali del Friuli Sottozona Pignolo di Rosazzo
• Colli Orientali del Friuli Sottozona Schioppettino di Prepotto
• Colli Orientali del Friuli Sottozona Refosco di Faedis
• Collio Goriziano o Collio
• Friuli Annia
• Friuli Aquileia
• Friuli Grave
• Friuli Isonzo o Isonzo del Friuli
• Friuli Latisana
• Lison-Pramaggiore
• Prosecco


Vini IGT


• Alto Livenza IGT
• Delle Venezie IGT
• Venezia Giulia IGT

Colli Orientali del Friuli Picolit


Riferimento storico: Il Picolit è un vitigno autoctono friulano, antichissimo, già coltivato in epoca imperiale romana, ebbe l’onore di deliziare i palati di papi e imperatori. Fra gli estimatori del Picolit, si annovera anche Carlo Goldoni, il quale definisce questo vino la gemma enologica più splendente del Friuli.
Vitigno arrivato ai nostri giorni grazie all’opera del Conte Fabio Asquini di Fagagna che nel 1700 salvò questo pregiatissimo vitigno da sicura scomparsa.
Zona di produzione: Provincia di Udine (Comuni di Tarcento, Nimis, Attimis, Faedis, S. Pietro al Natisone, Torreano, Povoletto, Cividale del Friuli, Premariacco, Prepotto, Buttrio, Corno di Rosazzo, Manzano, S. Giovanni al Natisone).


Caratteristiche sensoriali e organolettiche:

  • colore: giallo dorato piu’ o meno intenso;
  • odore: intenso, talvolta di vino passito, fine, gradevole, con eventuale lieve sentore di legno;
  • sapore: amabile o dolce, caldo, armonico, con eventuale sentore di legno.
  • Caratteristiche enologiche:
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15% vol;
  • acidita’ totale minima: 4,0 g/l;

Sottozona “CiallaCaratteristiche sensoriali e organolettiche

  • colore: giallo dorato piu’ o meno intenso;
  • odore: delicatamente profumato, caratteristico, talvolta di vino passito;
  • sapore: amabile o dolce, caldo, armonico, delicato, con eventuale sentore di legno.

Caratteristiche enologiche – sottozona “Cialla”:

  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16% vol;
  • acidita’ totale minima: 4,0 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 24 g/l.
    Il vino sottozona “Cialla” può utilizzare come specificazione aggiuntiva la dizione «Riserva» allorché venga sottoposto ad un periodo di invecchiamento non inferiore a quattro anni calcolati a decorrere dal primo novembre dell’annata di produzione delle uve.

Ramandolo


Riferimento Storico: Il nome Ramandolo, che evoca qualcosa di nobile e gentile, non è un nome di fantasia, ma è legato a quello di una piccola frazione del comune di Nimis.
Il Ramandolo è una pregevole rarità. Se ne producono appena 150.000 bottiglie l’anno.
Questo vino ha almeno un secolo di vita, visto che ne parla un attestato di lode del 1893 assegnato al torlanese Giovanni Comelli detto Moro.
Le viti sono allevate usualmente con il sistema a “cappuccina”. Le operazioni di vendemmia iniziano di norma nelle ultime settimane di ottobre. La raccolta tardiva ha lo scopo di ottenere un leggero appassimento dei grappoli, favorendo la formazione di un maggiore contenuto zuccherino.
Un tempo il Ramandolo era commercializzato solo localmente, mentre oggi le sue pregiate bottiglie, proporzionalmente al loro numero ristretto, sono presenti sul mercato nazionale e vanno anche all’estero. Dal 1988 è stato costituito il Consorzio per la Tutela del Ramandolo (Piazza XXIX Settembre – 33045 Nimis – UD) che assiste i viticoltori dal vigneto alla cantina e organizza attività divulgative e promozionali per valorizzare questo prodotto di una piccola zona.
Zone di Produzione: parte del territorio dei comuni di Nimis e Tarcento, in provincia di Udine.

Caratteristiche sensoriali e organolettiche


Colore: giallo dorato più o meno intenso.
Gusto: gradevolmente dolce, vellutato più o meno tannico e di corpo con eventuale sentore di legno.
Vitigni – Grado alcolometrico minimo – Invecchiamento e qualifiche
Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 14 % vol.
Acidità totale minima: 4,5 g/l.

Rosazzo


Riferimento Storico: La tradizione vitivinicola della zona è di grande importanza e rilievo storico; la sinergia con l’Abbazia di Rosazzo, centro religioso, culturale, politico e sociale che sorge nel cuore della denominazione, ha reso anche possibile la documentazione della produzione vinicola negli ultimi mille anni. La funzione trainante svolta dall’Abbazia condizionò positivamente sin dall’antichità lo sviluppo di queste zone ed è documentato come l’allargamento delle zone agrarie collinari si diresse verso le colture che maggiormente potevano trarre profitto dalle particolari condizioni climatiche e pedologiche di questi terreni: i vigneti e i frutteti in coltura promiscua si inserirono prepotentemente nel paesaggio boschivo di queste colline. Da un documento datato 20 gennaio 1341 si legge che “Il Patriarca Bertrando minaccia la scomunica ad alcune persone, le quali, dopo aver occupato una selva dell’Abbazia di Rosazzo, non volevano piantare le viti”; è uno dei documenti che attestano la vocazione per la coltura della vite di Rosazzo. Gli agostiniani prima, poi i Benedettini e quindi i Domenicani, fecero dei vini di queste terre una costante fonte di sostentamento economico, rendendoli tanto famosi da essere serviti alla mensa imperiale. La Serenissima Repubblica di Venezia, insediatasi a Rosazzo nell’estate del 1420, contribuì non poco a far conoscere i vini friulani, sia per le numerose relazioni pubbliche, commerciali e diplomatiche che essa intratteneva, sia per il grande consumo nella città, dove ricevimenti e feste erano eventi quotidiani.
Zona di produzione: Provincia di Udine

Caratteristiche sensoriali e organolettiche:

  • colore: giallo paglierino più o meno intenso;
  • odore: caratteristico, delicato;
  • sapore: secco, armonico, vinoso
    Caratteristiche enologiche:
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol.
  • acidità totale minima: 4,0 g/l;

Lison


Caratteristiche enologiche:

  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol.
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;

Caratteristiche sensoriali e organolettiche:

  • colore: giallo paglierino più o meno intenso talvolta con riflessi dal verdognolo al dorato;
  • odore: caratteristico, gradevole;
    -gusto: asciutto, vellutato con eventuale percezione gradevole di legno.

Schioppettino


Riferimento Storico: Il vino è prodotto da un vitigno autoctono del Friuli-Venezia Giulia, anticamente conosciuto col nome di ‘Pocaza’ che significa Ribolla Nera. L’etimologia moderna è incerta, in quanto sussitono diverse credenze popolari che attribuirebbero il nome Schioppettino o meglio la sua radice ‘schiopp’ a diverse origini, anche se tuttavia a significato simile. Ovvero: qualcuno sosterrebbe che sia riferito alla morfologia della bacca di forma piuttosto grande ed allargata che in maturazione, appunto, potrebbe sembrare di ‘schioppare’ sia alla vista che alla masticazione. Altri ricordano che le conoscenze e tecnologie a disposizione degli enotecnici del passato erano limitate rispetto ad oggi, e per questo il vino imbottigliato allora, non sarebbe stato opportunamente rifinito causando così uno ‘schiopp’ all’apertura della bottiglia causato da una seconda rifermentazione in bottiglia. In ogni modo lo Schioppettino è giunto sino a noi ancora con la tipicità del passato, sebbene coadiuvata dalle moderne tecniche viticolo-enologiche che lo rendono adatto alle richieste del consumatore moderno. La produzione è di nicchia, infatti la gran parte del vino è prodotto nel comune di Prepotto, dalla vallata del fiume Judrio alla sottozona collinare di Cialla, da ricordare è anche la frazione di Albana con il suo ‘ponte dello schioppetino’ che cavalca il fiume Judrio. Recentemente per proteggere l’origine ed il nome di tale vino e per assicurare sempre più una maggiore qualità per il consumatore, i produttori di questo comune si sono uniti in un’unica ‘Associazione Produttori dello Schioppettino di Prepotto’.


Caratteristiche enologiche:


-titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,0%
-acidità totale minima: 5,1 g/l

Caratteristiche sensoriali e organolettiche:


-colore: rosso rubino più o meno carico, con note violacee che tendono ad attenuarsi con l’invecchiamento
-odore: note di pepe nero, frutti di bosco, mora selvatica, lampone e mirtillo, con intensità diverse in base all’invecchiamento
-gusto: secco, rotondo, un buon corpo pieno e note speziate

Refosco dal Peduncolo Rosso


Riferimento Storico: È un antico vitigno friulano originario delle zone carsiche ed istriane. Conosciuto sin dal 1700 ma solo ora è diffuso in tutta la regione. I romani anticamente lo chiamarono Pacium.


Caratteristiche sensoriali e organolettiche


-colore: rosso rubino intenso, tendente al granato se invecchiato.
-odore: frutti di mora che dominano su altri frutti di bosco e ribes nero
-gusto: buona persistenza aromatica, asciutto, di corpo

Sitografia
http://www.roncomargherita.it/storia-del-vino-in-friuli-venezia-giulia/
https://www.vinitalyclub.com/it/esplora/blog/guida-al-vino-del-friuli
https://www.lavinium.it/le-doc-e-docg-del-friuli-venezia-giulia/
https://www.quattrocalici.it/denominazioni/venezia-giulia-igt/
http://www.agraria.org/
https://www.wikipedia.org/