Il “tacchino alla canzanese” è uno dei capolavori della gastronomia terramana,ha reso la piccola Canzano famosa nel mondo intero. Si narra che addirittura Armstrong, il primo uomo sulla luna, aveva tra le provviste alimentari in dotazione anche il “tacchino alla canzanese”, certamente per via della lunga conservabilità di questa pietanza.
Si utilizza un tacchino rigorosamente femmina del peso di circa 6 Kg, poichè la carne è più tenera e succulenta; la cottura è lunga e laboriosa (anche 9 ore), una via di mezzo tra la lessatura e arrostitura.
L’animale, pulito, disossato e cucito per evitarne il disfacimento, viene sottoposto, come detto in precedenza, ad una lunga cottura in acqua insieme con le ossa frantumate. Al termine il brodo di cottura, filtrato e raffreddato, si trasforma in gelatina.
Il “tacchino alla canzanese” viene servito freddo, tagliato solo qualche attimo prima di essere servito e deve essere accompagnato dalla sua gustosissima gelatina. Ottimo l’accostamento con carote e zucchine, sbollentate velocemente in acqua e aceto e conservate in olio extra vergine di oliva.
Questa pietanza è diffusa e commercializzata in tutto il teramano, anche se la ricetta industriale differisce da quella tradizionale.
Fonti: Consorzio di tutela “Qualivita“.