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Il Caffè

pubblicato in: Seconda

LA STORIA DEL CAFFE’
La zona di origine della pianta del caffè è la regione Caffa in Etiopia. Anticamente nelle regioni d’origine della pianta del caffè dalla lavorazione delle bacche non si ricava una bevanda ma un alimento.I semi venivano frantumati, impastati con grasso e sale così l’impasto ottenuto, diviso in pezzi, era cotto e consumato come pane. Verso la fine del Quattrocento le piantagioni si estendevano su tutta la penisola araba è il caffè era una delle tante merci, oggetto di scambio con gli altri paesi del Medio Oriente. Il caffè, inizia a diffondersi come bevanda intorno al quattordicesimo secolo, gli arabi cominciarono a tostare i semi della pianta al fine di ottenere la nota bevanda aromatica. Nel XII secolo all’inizio del Seicento, Il caffè era la bevanda più diffusa dell’Islam. Furono così i turchi attraverso le conquiste e l’espansione dell’impero Ottomano a completare la diffusione del “vino dell’islam”, così veniva chiamata la bevanda in tutto il Medio Oriente, e fu grazie a loro che gli europei cominciarono a conoscere il caffè.

LA PIANTA DEL CAFFE’
La pianta del caffè (genere Coffea) è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Rubiacee, originaria dell’Africa orientale, più precisamente dell’Etiopia. Il suo habitat ideale è compreso tra il Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno, cioè le regioni tropicali di Asia, Africa e America: queste regioni hanno infatti terreni ricchi di humus, azoto e potassio, e assicurano una temperatura tra i 17° e i 30°C e precipitazioni annue comprese tra i 1.200 e i 2.000 ml. Le foglie hanno un colore verde scuro, brillante e intenso, con il bordo lievemente ondulato e la superficie lucida e carnosa; questa pianta può raggiungere anche i dodici metri di altezza, in natura, mentre nelle piantagioni questi arbusti vengono sapientemente potati e non superano i tre metri: altezze maggiori renderebbero difficili le operazioni di raccolta. La potatura è fondamentale, inoltre, per mantenere la pianta pulita e libera dall’ingombro, in modo da avere una giusta ventilazione dei frutti e dell’intero organismo.

LA DIFFERENZA TRA ROBUSTA ED ARABICA.
Esistono circa 80 varietà diverse di Coffea, ma nel mondo ce ne sono due che forniscono quasi il 99% della produzione: l’Arabica e la Robusta. La prima è considerata la più pregiata qualità di caffè, sebbene la pianta sia più delicata e soffra particolarmente se le condizioni climatiche non sono ideali. Il suo habitat è compreso tra gli 800 e i 2.200 metri di altitudine. La varietà Robusta, invece, scoperta più di recente rispetto all’Arabica, prospera in territori più a bassa quota, e ha il vantaggio della grande adattabilità e resistenza sia ai parassiti che al tempo incostante.
Ora conosciamo com’è fatta la pianta del caffè e che aspetto hanno i suoi frutti; è il momento giusto per concedersi un buon caffè, come l’Etiopia single origin, con le sue note di bergamotto e foglie di tè nero.

La coltivazione della pianta del caffè
Alle nostre latitudini, la pianta del caffè può essere coltivata soltanto a scopi ornamentali e raggiunge un’altezza massima di 2 metri, ma nel suo habitat naturale questo arbusto produce frutti e semi, che poi diventano la polvere scura e profumata dalla quale estraiamo la nota bevanda.Ecco quali sono le varie fasi della coltivazione della pianta di caffè, in piantagioni di media e grande dimensione:1. per prima cosa, si procede alla semina dei chicchi selezionati; le piante di caffè sono delicate e, per il primo anno, vengono tenute all’interno di serre (o vivai), per poi essere successivamente trasferite.2. Le piante vengono concimate per garantirne la crescita ottimale e potate adeguatamente perché circoli tra le foglie e i frutti una adeguata quantità d’aria. In questo modo la pianta di caffè crescerà rigogliosa e sana.3. Dopo la fioritura, che avviene con la pioggia, sulla pianta cominciano a crescere i frutti che saranno raccolti al momento giusto della maturazione e, successivamente, essiccati per ottenere i semi.

PROCESSI INDUSTRIALI DEL CAFFÈ 
Il primo passaggio che subisce il chicco è la tostatura che consiste nel portare il chicco di caffè verde a temperature comprese tra i 150 e 230 gradi in modo che subentrino quelle reazioni chimiche necessarie per trasformare il chicco di caffè in un piacevole concentrato di aroma e gusto. Ciò avviene in due tipi di macchine. Il sistema tradizionale prevede delle macchine a tamburo mentre il sistema industriale utilizza macchine a letto fluidificato. Dopo la tostatura del chicco il procede a raffreddamento che avviene attraverso l’acqua. Dopo ciò si può notare un aspetto completamente diverso dall’inizio del chicco per esempio il suo peso è inferiore del 15% ,le sostanze grasse diminuiscono, si ha un aumento di volume, il colore cambia da un verde a un marrone e la consistenza del chicco diventa friabile. Dopo quest’ultimo procedimento Il caffè deve essere confezionato per garantire una lunga conservazione degli aromi. Dentro la confezione del caffè non ci deve essere né umidità nè ossigeno perché influenzano la conservazione di esso. Molto spesso per questo i chicchi di caffè sono conservati sottovuoto o attraverso pressurizzazione.
MACCHINA PER ESPRESSO
La macchina per espresso consente di lavorare la polvere di caffè ad una temperatura e pressione elevata. Queste due combinazioni permettono l’estrazione di emulsioni delle sostanze come oli essenziali. Da lì esistono diverse macchine per espresso come le macchine a pompa, macchine a pistone o macchine super automatiche.
PREPARAZIONI IN CAFFETTERIA
Esistono diverse preparazioni di caffè. Alcuni di questi caffè sono: il caffè espresso, il caffè lungo, il caffè all’americana, il caffè macchiato, il caffè crema, il caffè con panna e mélangé, caffè doppio, caffè corretto, caffè shakerato, caffè freddo, caffè filtro, cappuccino, cappuccino alla viennese, latte caldo, latte macchiato, caffelatte, marocchino, cremino, moretta, caffè freddo al vapore o caffé al frappé

Sophia L. 2 E

  1. Roberto Bianchi
    | Rispondi

    Brava Sophia. Come vedi però i testi non elaborati provenienti da altre fonti, si portano dietro anche la formattazione applicata a quel testo. Così il suo lavoro ha due caratteri completamente diversi una prova provata che forse è sempre meglio dedicare almeno un minuto a cambiare la formattazione e ad elencare le fonti. 🙂

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